Matteo Renzi torna a dialogare con il pubblico dei social e lo fa dopo mesi di silenzio a seguito della sconfitta del Referendum del 4 dicembre. "Avevo detto che avrei lavorato nel privato e sono stato anche tentato di farlo. Ma ti puoi dimettere da presidente del consiglio, ti puoi dimettere da segretario del Pd. Ma non dalla speranza che rappresenti per tante persone" spiega l'ex premier a chi gli chiede conto della promessa di lasciare la politica. Nello studio de L'Unità.tv, con sullo sfondo un vetro a righe e non più le tre bandiere della stanza di Palazzo Chigi, camicia nera e non più bianca, "la prossima volta – promette agli utenti – la rimetterò", Renzi ritorna sulla sconfitta incassata sulle riforme costituzionali: "Se avessi lasciato, sarei stato un vigliacco nei confronti dei 13 milioni di persone che hanno votato sì". Poi la battuta: "Quando Berlusconi ha perso il referendum sulla riforma costituzionale non si è dimesso da nulla, nemmeno dal Milan…".
Si ricomincia quindi e Renzi presenta la sua squadra che lo porterà fino al 30 aprile, giorno delle primarie. Lorenzo Guerini, annuncia "sarà il coordinatore della mia mozione e lascerà, per farlo, il ruolo di coordinatore della commissione di Garanzia. Matteo Richetti ci aiuterà come portavoce nel lavoro della mia mozione, Michele Anzaldi guiderà invece l'ufficio di comunicazione". Purtroppo, rileva, "hanno messo le primarie nel ponte del primo maggio. Ma credo che si possano trovare soluzioni per chi parte, spero che la Commissione possa trovare un sistema perché si possa votare in tanti" .
Ma l'argomento del giorno è la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle contro il fedelissimo Luca Lotti, bocciata dall'aula del Senato. "E' stata respinta in modo clamoroso come sempre – commenta con un filo tagliente d'ironia – Il M5s fa queste mozioni di sfiducia soltanto per avere spazio sui giornali. Poi prende delle sonore libecciate. E' stata anche questa una mozione di sfiducia respinta con perdita". Sotto attacco non solo i pentastellati, ma anche gli scissionisti, oggi riuniti in Mdp, che hanno chiesto le dimissioni del ministro dello Sport. "Sono semplicemente inqualificabili – attacca Renzi -Quello dei M5s è un atteggiamento che si commenta da solo quello che non si commenta è l'atteggiamento di quelle forze politiche che quando hanno avuto dei loro amici e compagni indagati, sono stati garantisti e poi nei confronti di Lotti hanno chiesto le dimissioni". Secondo l'ex segretario Dem Lotti consegnando ai magistrati agende, ingressi nel suo uffici e spostamenti ha dimostrato "grande serietà" e "chi ha sentito il dibattito in aula si e' reso conto di avere a che fare con una persona che rispondeva nel merito, mentre altri urlano a favore di telecamere e fanno mozioni di sfiducia per sbraitare".