Il commento di Emiliano sul ministro della Giustizia: "Ha un solo difetto: ha fatto parte del governo Renzi"

Adesso è ufficiale: dopo Matteo Renzi e Michele Emiliano anche Andrea Orlando si candida alla segreteria del Pd. "Ho deciso di candidarmi perché credo che ci voglia responsabilità, perché credo che il Pd debba cambiare profondamente per essere utile all'Italia e agli italiani", dichiara il ministro della Giustizia, a margine della firma di una intesa sulla giustizia con gli enti locali a Ostia per il riutilizzo di immobili sequestrati. "Non mi rassegno al fatto che la politica debba diventare solo prepotenza", aggiunge.

Dopo l'annuncio non si fa attendere il commento di Emiliano: Orlando "è bravo e competente, ha un solo difetto: ha fatto parte del governo Renzi fino ad oggi" e "quindi, come sfidante di Renzi, devo capire a quale obiettivo sta mirando".

LE 5 SFIDE DI MARTINA A RENZI. Nel frattempo il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina lancia cinque sfide per Renzi in vista del congresso: "Partito, società, uguaglianza, Europa e  nuove generazioni". "Il Partito Democratico – scrive Martina in un documento programmatico pubblicato da Repubblica.it – vive il suo passaggio più difficile, ma questa storia non è affatto conclusa e non è stata né un miraggio né un'utopia. Perché in tanti abbiamo creduto e continuiamo a credere in questa sfida. Oggi, nonostante i limiti e gli errori che vanno riconosciuti, c'è un'intera generazione che non intende accettare chi spinge per un ritorno alle antiche case madri.  Quello di cui abbiamo bisogno è esattamente il contrario: portare a compimento ciò che è rimasto incompiuto. Costruire finalmente una nuova cultura politica, una nuova identità. Un soggetto autenticamente popolare, alternativo al populismo. Di certo non c'è sinistra senza il PD in questo paese. Abbiamo dato vita al partito nuovo per uscire dal novecento e non vogliamo riavvolgere il nastro della storia".

"Dobbiamo dare più forza alle ragioni che mossero quella scelta perché ne sentiamo ancora la necessità storica. La proposta ideale e programmatica del Lingotto nel 2007 segnò la nuova stagione, e così come allora, anche oggi abbiamo bisogno di una elaborazione all'altezza del tempo che viviamo. Per rendere compiuto ciò che è incompiuto da troppo tempo. Penso che la scommessa del Partito Democratico sia dall'origine quella di far lavorare e crescere insieme ciò che è diverso. Costruire l'unità nella pluralità. Non vivere la diversità a compartimenti stagni ma mescolare, arricchire, aprire. Perché diversi ma uniti è possibile. Anzi. Diversi ma uniti è necessario".

CUPERLO: DECIDEREMO CHE POSIZIONE PRENDERE NEL CONGRESSO. "Come SinistraDem, con altre compagne e compagni, decideremo come stare nel congresso in un'assemblea convocata per sabato 4 marzo a Roma", annuncia inoltre Gianni Cuperlo. "Lo faremo in coerenza con le opinioni e battaglie di questi anni guardando a contenuti e valori di una alternativa alla stagione che ci siamo lasciati alle spalle. Per quanto riguarda il percorso ancora una volta sono colpito dalla insufficienza di un segretario, per quanto dimissionario. Era evidente che anche sui tempi della nostra discussione poteva e potrebbe esserci un recupero di fiducia di tanti iscritti, militanti, elettori turbati da una spaccatura che fino all'ultimo non si è voluto evitare".

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