Ue, Prodi al governo: Non si discute appartenenza all’Europa

L'Italia ripresa perché rischia di violare il Patto. L'ex Premier: Giusto chiedere un cambio di passo, ma no agli eccessi

"Non abbiamo respinto il bilancio italiano perché sarebbe stato un gesto grave". Così è stato inserito solo tra quelli "a rischio" di sforare il Patto di stabilità. Il commissario gli affari economici e monetari Pierre Moscovici ha annunciato così, nel corso di una conferenza stampa, che non è stata aperta una procedura di infrazione contro Roma. "Il Consiglio europeo – ha spiegato parlando del tema dei migranti – sa che sull'Italia cade una responsabilità collettiva e non solo nazionale. E poi abbiamo voluto considerare anche le spese sul terremoto. Questo spiega la nostra conclusione".

IN BUONA COMPAGNIA. L'Italia è in buona compagnia. "A rischio", infatti, sono stati giudicati anche Belgio, Cipro, Lituania, Slovenia e Finlandia. Un pericolo, quello di una procedura di infrazione, non scongiurato però del tutto. La Commissione Ue presenterà "a breve" un rapporto sugli squilibri di bilancio di Italia e Belgio, ha annunciato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. "Non c'è una data specifica, potrebbe essere tra un mese o due", ha specificato.

Soddisfatto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: sul bilancio 2017, scrive su Twitter, la Commissione europea "riconosce le esigenze dell'Italia per terremoti, sicurezza, immigrazione e apprezza le  riforme". Apprezzamento si respira anche negli ambienti di via XX settembre, che leggono nel documento "aperture concrete" e un riconoscimento della legittimità delle aspettative su migranti e terremoto, in particolare sull'idea che l'Italia stia facendo uno sforzo a beneficio di tutta l'Europa. Ma non basta. "Insisteremo per un pieno riconoscimento", riferiscono alcune fonti.

'DIALOGO COSTRUTTIVO'. D'altra parte, "ci sono stati 15-16 incontri bilaterali con Padoan. E' stato un dialogo costruttivo", ha assicurato Moscovici. E le premesse per i prossimi mesi sono incoraggianti: "Le proiezioni macroeconomiche delineate nel Documento programmatico di bilancio sembrano plausibili", scrive la Commissione in un parere, pubblicato ieri, sul Dpb. Al Mef si dicono "fiduciosi" che la crescita consenta di raggiungere gli obiettivi e di annullare i rischi di non conformità, anche alla luce degli ultimi dati Istat. Anche la questione del minacciato veto italiano al bilancio Ue non sembra preoccupare più di tanto: "Quando inizia la discussione – ha sottolineato Moscovici – è logico che ogni Paese porti avanti le proprie istanze. Non parliamo di blocchi o veti, la discussione andrà avanti".

Insomma si respira un'aria positiva. La novità sta anche nel fatto che Bruxelles abbia messo la Germania tra i 13 Paesi destinati a ulteriori approfondimenti per "squilibri". "Ogni Stato membro dovrebbe fare la sua parte: quelli che se lo possono permettere devono investire di più, mentre quelli che hanno meno spazio fiscale dovrebbero dedicarsi alle riforme e a un consolidamento fiscale favorevole alla crescita", ha spiegato il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Più esplicito Moscovici: se "i Paesi che hanno un debito troppo alto devono andare avanti con i processi di aggiustamento", è anche vero che quelli "che hanno i bilanci più in ordine, come Germania e Olanda, devono spendere di più per gli investimenti e le infrastrutture". Insomma basta accumulare forti surplus commerciali senza trasformarli in investimenti.

Qualcosa è cambiato. Tanto che la Commissione raccomanda "una espansione fiscale fino allo 0,5% del Pil nel 2017 della zona euro nel suo insieme", per "sostenere le riforme e rafforzare la ripresa". Rivendica il risultato Padoan: "Se la Ue – dice – sta togliendosi di mezzo l'austerità e ha introdotto la novità" di "chiedere ai Paesi che hanno spazi di bilancio per spendere che lo facciano, si tratta di una grande vittoria dell'Europa e l'Italia rivendica di essere il primo Paese ad averlo messo sul tavolo".

Attenzione ai facili entusiasmi però: "Senza la concessione della flessibilità dello 0,75% del Pil grazie alla clausola delle riforme strutturali e degli investimenti, la Commissione indicherebbe un rischio di deviazione significativa al percorso di aggiustamento verso gli obiettivi di bilancio di medio termine già nel 2016", sottolinea la Commissione, invitando Roma "a prendere le necessarie misure all'interno del processo della legge di Bilancio per assicurarsi che il bilancio 2017 rispetti il Patto di stabilità e crescita". Non solo, ma occorre che l'Italia faccia tesoro di ciò che ottiene: "Anche se una valutazione definitiva si potra fare solo in primavera le informazioni preliminari indicano che gli investimenti cofinanziati – ammonisce Bruxelles – saranno probabilmente al di sotto della soglia concessa, pari allo 0,25% del Pil nel 2016". Come dire: se Roma chiede margini per investire, poi lo faccia.

 

PRODI: NON SI DISCUTE APPERTENENZA ALL'UE. Dopo la decisione dell'Italia di porre il veto alla revisione del bilancio pluriennale dell’Unione Europea, l'ex presidente del Consiglio e della Commissione europea Romano Prodi è entrato nel vivo dello scontro tra l'Unione e il governo Renzi in un'intervista a Repubblica: "Mi sembra evidente che ci sia una contrattazione in corso. Con la minaccia di veto, l'Italia si colloca in una posizione di forza in attesa di una valutazione definitiva di Bruxelles sul bilancio italiano" sottolinea il professore. "La posizione del governo ha una valenza esterna e una valenza interna. Forse si pensa che criticare l'Europa faccia piacere agli elettori" continua Prodi, che però avverte: "Un eccesso di polemica ci possa precludere alleanze che sono indispensabili per raggiungere i nostri obiettivi di fondo". Secondo l'ex premier i democratici non devo smettere di vedere nell'Europa un futuro, ponendo il limite "sulla questione di appartenenza, di identità" "Per i democratici – continua Prodi su Repubblica – l'Europa è l'unica prospettiva del nostro futuro e la sola possibilità di salvare il Paese. Mettere in discussione queste certezze suscita riflessioni". "Non vorrei che, come succede tra i bambini, l'eccesso di mugugni finisca per emarginarci" precisa Prodi che comunque loda il tentativo di battersi per un'Europa diversa: "Chiedere un'Europa diversa da quella attuale è sacrosanto. Ma per perseguire questo obiettivo occorrono alleanze e programmi. I pugni sul tavolo sono solo uno strumento tattico, non strategico". E in merito al tentativo di cercare consensi andando contro all'Ue è categorico: "Cercare consensi nella palude anti-europea è un errore. Se deve scegliere un modello anti-europeo, la gente vota per l'originale, non per la brutta copia" conclude il Professore.