Lo annuncia l'ex segretaria di Radicali Italiani e deputata dal 2008 al 2013

"Il 6 novembre ricorderemo Dario Fo alla Marcia per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà che partendo dal carcere di Regina Coeli a Roma raggiungerà Piazza San Pietro, dove Papa Francesco celebrerà il 'Giubileo dei Carcerati'". Lo annuncia Rita Bernardini, esponente del Partito Radicale. L'ex segretaria di Radicali Italiani e deputata dal 2008 al 2013, eletta all'interno della delegazione Radicale nel Pd di Veltroni, ed ex membro della commissione Giustizia, ricorda il Premio Nobel per il suo impegno per uno dei grandi temi radicali: amnistia e condizioni dei detenuti nelle carceri. Come deputata Bernardini ha dedicato la sua attività principalmente al tema della giustizia e nel settembre del 2002 è tra i fondatori dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica.

Quale è il suo ricordo più vivo dell'impegno di Dario Fo alle battaglie radicali?

Alla notizia della scomparsa di Fo mi è subito tornata alla mente, oltre ad altre marce cui prese parte, una iniziativa sulla amnistia a Piazza Navona del 21 settembre del 2011, in cui intervenne in collegamento telefonico e in cui disse parole molto belle su questa battaglia e su Marco Pannella.

Fo in quella occasione disse "tutti quelli che parteciperanno al governo dovrebbero  passare un certo numero di giorni, magari qualche mese,  in carcere per capire l'importanza dell'amnistia per tornare a essere un Paese civile…". Che significato hanno queste parole?

Quello che disse è fondamentale, lo condivido perfettamente. Alle parole di Fo avrei aggiunto che anche i magistrati dovrebbero sperimentare il carcere, di cui noi abbiamo denunciato i trattamenti disumani e degradanti. Dario Fo era favorevole all'amnistia, la battaglia di Pannella per una vita. Sia Pannella che Fo sono morti senza che questo provvedimento sia stato approvato. Per proseguire l'impegno e la lotta per l'amnistia marceremo il 6 Novembre.

Quale è lo scopo della marcia che avete organizzato?

Il Partito Radicale ha organizzato per il 6 novembre un evento che si snoderà per le strade e le piazze della capitale intitolato a Marco Pannella e a Papa Francesco. La Marcia per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà partendo dal carcere di Regina Coeli raggiungerà Piazza San Pietro, dove papa Francesco celebrerà il Giubileo dei Carcerati. La mobilitazione è indetta per ribadire la necessità di un'amnistia perché – come sostiene la Mozione votata il 3 settembre scorso al 40° Congresso del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito svoltosi nel carcere romano di Rebibbia – le nostre Istituzioni escano dalla condizione criminale in cui si trovano rispetto alla Costituzione, alla giurisdizione europea, ai diritti umani universalmente riconosciuti e alla coscienza civile del Paese. La Marcia sarà un momento essenziale della prosecuzione della battaglia storica di Pannella per l'amnistia e l'indulto quale riforma obbligata per l'immediato rientro dello Stato nella legalità.

Con Dario Fo avevate certe sensibilità politiche in comune, come l'amnistia e i diritti dei detenuti, ma eravate d'accordo su tutto?

No, il suo modo di intendere la politica non mi trovava d'accordo. Proprio sui temi della giustizia sotto molti aspetti Fo era giustizialista, mentre sulla questione della difesa degli ultimi e delle condizioni di detenzione con lui c'era totale sintonia.

La stupì l'avvicinamento di Dario Fo al M5S di Grillo?

Non più di tanto sinceramente perché conoscevo certe sue prese di posizione. Come appunto quel giustizialismo che lo accomunava ai 5 stelle. In Fo e nel M5S non c'era quel senso delle istituzioni repubblicane che i radicali hanno sempre avuto e che portò Pannella addirittura a rischiare la vita perché fossero nominati i giudici della Corte Costituzionale, perché riteneva il plenum indispensabile per l'affermazione dello Stato di diritto. I momenti di vicinanza con Dario Fo li abbiamo trovati sui diritti degli ultimi, dai migranti, ai carcerati.
 

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