"Renzi è un rischio non per democrazia ma per la nostra economia", ha detto Parisi nella seconda giornata della convention a Milano
"Il credo delle libertà del 1994 di Silvio Berlusconi era un grande manifesto liberale. E credo che quella spinta forte nel tempo si sia un po' persa". Lo ha detto Stefano Parisi in un passaggio del suo intervento conclusivo, dal placo della sua convention organizzata allo spazio Megawatt a Milano. "La spinta liberale c'era poi è stata interdetta da troppi interessi, troppo statalismo, troppa connivenza con lo status quo", ha spiegato Parisi. "Il mondo dal 1994 a oggi è cambiato – ha proseguito – e noi dobbiamo aggiornare quel messaggio".
Parlando del premier Matteo Renzi, Parisi ha sottolineato che lui "è un rischio non per la nostra democrazia, ma per la nostra economia". Non c'è il pericolo di un colpo di Stato, ma della morte del Paese che è molto più grave". Dal palco della convention del laboratorio politico di 'Energie per l'Italia', Parisi si scaglia contro "una classe politica che ci ha costretto a una tattica contingente, a un giorno dopo giorno". "Abbiamo un maestro adesso nelle furbizie tattiche", ha aggiunto facendo riferimento al premier Matteo Renzi.
L'incontro pubblico è iniziato intorno alle 9.30 con il saluto di Parisi che ha ripercorso la giornata di ieri spiegando che "è stata molto intensa" perché "abbiamo avuto contenuti importanti". "Una giornata – ha aggiunto – in cui più di 2mila persone sono state a sentire per quattro ore interventi su diversi problemi e questo non succedeva da tempo". Si è trattato di un "contributo di idee che – ha ribadito – non vuol dire adesione a 'Energie per l'Italia', ma prova l'indipendenza, la generosità, lo spirito civico di collaborazione per portare contributi nuovi che da tempo la politica non riusciva a intercettare" dei relatori che sono intervenuti ieri e che intervengono oggi, tra cui il professore emerito della Bocconi Gaetano Marchetti, il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, il segretario Cisl Danilo Galvagni. In platea sono presenti, tra gli altri, il senatore di Forza Italia Antonio Razzi e l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini.
"Non vogliamo essere una setta, ma lanciare un messaggio a tutti i partiti di centrodestra perché soltanto uniti si può vincere", ha ribadito Parisi nel suo intervento conclusivo. Per Parisi "si vince uniti, se tutti sono in grado di rappresentare le proprie identità"."Noi dobbiamo ragionare in modo nuovo sul liberalismo. Noi siamo profondamente alternativi alla sinistra e vogliamo fare in modo che il centrodestra trovi una unità", ha aggiunto sottolineando che non ci sarà alcuna carta dei valori "perché noi siamo per le libertà". "Noi non siamo alternativi alla sinistra per i nostri valori – ha concluso – ma per come pensiamo il nostro futuro del Paese".
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