Approvati oggi quattro decreti attuativi su semplificazione, P.a e sanità. Madia: "La riforma continua"

Più soldi per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, premi per i meritevoli, punizioni per i 'furbetti'. Queste le linee guida illustrate dal premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri in cui sono stati approvati quattro decreti attuativi riguardanti sanità, semplificazione e P.a. "Credo che sia maturo il tempo di sanare una ingiustizia: da sette anni i dipendenti pubblici e sanitari non hanno un aumento di stipendio. E' chiaro che dobbiamo aprire la fase contrattuale. Siamo pronti a discutere, sapendo che la cifra messa a disposizione nella legge di stabilità è simbolica, siamo pronti a mettere più denari". "Deve essere chiaro – ha aggiunto – chi lavora bene deve essere premiato, non può essere bloccato nel proprio stipendio per sette anni".

"Licenziare i furbetti del cartellino non è demagogia o immagine, è un fatto culturale", ha continuato facendo riferimento agli ultimi casi di dipendenti 'fannulloni'.  

STIAMO SEMPLIFICANDO IL PAESE. "Sembrava impossibile che si potesse semplificare questo Paese" ma "andiamo esattamente nella direzione di rendere più semplice governare il nostro Paese", ha dichiarato Renzi.

Sul tema pubblica amministrazione si è espressa con soddisfazione anche la ministra Marianna Madia che su Twitter scrive: "La #RiformaPA continua. Oggi il Cdm ha approvato in via definitiva altri quattro decreti attuativi".

 

 

SVOLTA SULLA SANITA'. "Mai più la sanità in mani della politica peggiore". Questo lo slogan scelto dal premier per presentare le nuove norme sui manager degli ospedali pubblici. "Trasparenza e merito saranno alla guida della sanità – ha aggiunto –  Meno chiacchiere e fatti concreti".

"Cambia il modo di valutare e scegliere i direttori generali delle aziende sanitarie locali: sono i responsabili della governance e del management della sanità pubblica italiana", ha spiegato in conferenza stampa la ministra della Sanità Beatrice Lorenzin. "Quello che hanno capito gli italiani è che la differenza, in campo sanitario, la fanno proprio i manager che gestiscono le risorse e i processi organizzativi", ha aggiunto.

"Qualora le performance siano valutate negativamente, dopo 24 mesi, il direttore generale decade", ha spiegato la ministra della Sanità Beatrice Lorenzin. "Così come decade se incappa in errori di malagestione – ha detto Lorenzin -. E non solo decade, ma esce dall'albo" che consente di candidarsi per posizioni di vertice della sanità pubblica.

 

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