"Il referendum è oggettivamente cruciale non per il destino di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana". Così il segretario Pd Matteo Renzi nel corso della direzione del partito. "Con il referendum si chiude la stagione delle riforme e inizia il futuro del nostro Paese".
DEMOCRAZIA DEI VOTI. "Nel tempo della demagogia si parli il linguaggio della franchezza tra di noi. C'è lo spazio per passare dalla democrazia dei veti alla democrazia dei voti con la riforma. Per arrivare ad avere un Paese più semplice". Dopo aver mostrato ai presenti il video del discorso con il quale Giorgio Napolitano ha accettato il secondo mandato da presidente della Repubblica, Renzi ha aggiunto: "Voi avete applaudito, io applaudivo da palazzo Vecchio quando Napolitano chiedeva di superare il bicameralismo paritario, ridurre i costi della politica e fare ciò che noi abbiamo realizzato dopo sei letture parlamentari".
AGENDA SVILUPPO A UE. "Ciò che è accaduto su Brexit farà più male ai britannici che a noi. L'Europa può cogliere quello che è successo per scrivere una pagina nuova. Questa Europa così non va, lo diciamo da tempo". L'approccio italiano "ha ottenuto quella flessibilità che era doverosa" ma "non basta. L'Italia deve offrire un'agenda di sviluppo europeo che non può essere ignorata". Il premier ha annunciato: "Il 26 e 27 maggio a Taormina. Dal teatro greco di Taormina lanceremo i nostri valori al presidente Usa, alla presidenza spero io, e ai colleghi del G7".
POLEMICHE INGIUSTIFICATE. "Trovo ingiustificate le polemiche che anche alcune di noi, che hanno ripreso uno storytelling tipicamente M5S, hanno fatto. La superficialità non paga. Noi non abbiamo salvato i bancari o i banchieri. Noi abbiamo salvato i correntisti. Noi abbiamo tolto la politica dalle banche", ha sottolineato Renzi. "Noi i risparmi li salviamo – ha aggiunto – Le polemiche sul credito minano l'idea stessa di economia del nostro paese". Sulla banche "non abbiamo fatto sconti a nessuno, guardiamo con la testa alta chiunque qui dentro e fuori da qui".
CONTE UGOLINO. "Chiarito dove vogliamo andare deve essere chiaro che la stagione in cui si diverte ad abbattere i leader nel Pd è finita. Chi usa la strategia 'Conte Ugolino' non funziona. Da quando fu di Prodi a Veltroni ho sempre detestato glia attacchi senza una strategia alternativa", ha sottolineato Renzi nel corso della direzione. "Se volete che io lasci, convocate un congresso e, se possibile, vincetelo. Se volete chi si scinda il ruolo di premier e di segretario, proponete una modifica regolamentare. In ogni caso, io sarà al fianco del vincitore: ma prima di tutto mettiamoci d'accordo sul dove vogliamo andare".
LA MINORANZA E IL NO. "La direzione nazionale del Pd, preso atto dell'orientamento maggioritario a favore del 'sì', si impegna a promuovere la massima partecipazione popolare all'appuntamento referendario. Si impegna ad offrire piena cittadinanza nel Pd anche a chi sostiene le ragioni del no nel pieno rispetto della libertà di orientamento personale in materia costituzionale". E' quanto si legge nel documento presentato da Roberto Speranza, voce della Sinistra riformista, alla direzione del Pd. Speranza ha attaccato Renzi: "Tu fino ad ora non hai fatto il segretario del partito e adesso il Pd è molto più povero di prima. A me non interessano poltrone, quelle che avevamo le abbiamo lasciate. E' una questione di linea politica".