"Con la bocciatura Consulta minoranza è alla totale mercè del voto dell'aula"

La Corte Costituzionale ha dichiarato "inammissibile il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promosso dal senatore Giovanardi Carlo Amedeo e da altri senatori nei confronti del Presidente del Senato della Repubblica, della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato e del Vice Presidente della Commissione Giustizia del Senato" in merito all'iter della legge sulle unioni civili, depositato alla Consulta l'11 febbraio scorso. La Corte, con l'ordinanza numero 149 depositata oggi spiega che "il presente conflitto, nei termini in cui e' stato articolato, non attinge a livello del conflitto tra poteri dello Stato, la cui risoluzione spetta alla Corte Costituzionale, inerendo le argomentazioni addotte nel ricorso esclusivamente alla lesione di norme del regolamento del Senato e della prassi parlamentare, senza che sia validamente dimostrata l'idoneita' di queste ultime ad integrare i parametri costituzionali invocati". Ed infine che "le eventuali violazioni di mere norme regolamentari e della prassi parlamentare lamentate dai ricorrenti debbono trovare all'interno delle stesse Camere gli strumenti intesi a garantire il corretto svolgimento dei lavori, nonche' il rispetto del diritto parlamentare, dei diritti delle minoranze e dei singoli componenti".

GIOVANARDI CONTESTA DECISIONE. La decisione di oggi della Consulta, che ha bocciato il ricorso sull'iter del ddl unioni civili in Senato "anche alla luce del prossimo referendum significa che minoranza è alla totale mercè del voto dell'aula, che decide anche le violazioni più eclatanti. Le minoranze quindi non avranno la possibilità di ricorre alla corte". Così Carlo Giovanardi, senatore di Idea e primo firmatario del ricorso presentato alla Corte Costituzionale, commenta a LaPresse, la bocciatura di oggi.

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