Il leader forzista insieme alla compagna al seggio

Tra i big in campo per sostenere i loro candidati nella corsa alle amministrative non poteva mancare Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, che dopo tre anni di interdizione dai pubblici uffici e dopo aver spostato la residenza da Arcore a Roma, nel settembre del 2013, torna a votare per il rinnovo del Campidoglio. L'interdizione, fino alla primavera scorsa, era scattata dopo la condanna definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset-diritti Tv. Arriva in auto nel seggio del Liceo Classico Visconti, in Piazza del Collegio Romano, nel centro storico di Roma e a pochi passi da Palazzo Grazioli. Accanto a lui la compagna e coinquilina Francesca Pascale, è accolto da un applauso dei ragazzi azzurri che lo aspettano fuori per una foto di gruppo. Prima di entrare si intrattiene con loro: "Per chi votiamo oggi, ragazzi? Per la Raggi? È carina, no? Poi del Comune sa tutto. Ha fatto anche l'avvocato matrimonialista… O per Giachetti, che era un radicale?". Suscita qualche risata di approvazione, ma il nome di Marchini, che sostiene, non lo fa mai: "Questi non saprebbero nemmeno da che parte si comincia. E, se per caso vengono fuori loro, bisogna dire che i romani hanno votato senza coscienza. Bisogna votare per competenza, non per simpatia partitica". La 'simpatia partitica' è la croce romana di Berlusconi: Alfio Marchini, nipote di omonimo nonno partigiano che fu alla guida della resistenza della capitale, fino all'appoggio di Forza Italia (arrivato solo all'inizio di maggio) aveva impostato tutta la campagna elettorale sullo slogan 'Libero dai partiti'.

Il Cavaliere attraversa il cortile del Visconti camminando accanto alla fidanzata. La perde un attimo di vista, "Dov'è Francesca?" "Eccomi, amore", le prende la mano e si ferma a controllare la lista di Forza Italia prima di entrare nell'aula del seggio, assalito dai fotografi. "Ho fatto il mio dovere", dice lei dopo il voto, tirando un sospiro di sollievo, mentre lui si ferma a salutare una suora. Irrinunciabile per il leader azzurro l'occasione per ricordare a tutti la sua via crucis giudiziaria. Una sopravvivenza a 73 processi che definisce "eroica". "Pensate che invece di andare a donne ho trascorso tre pomeriggi alla settimana con i miei avvocati. Non vorrei che qualcuno pensasse…" e toccata ammiccante al lobo dell'orecchio sinistro. "Su quello non c'è pericolo, presidente", è la risposta in coro dei giovani simpatizzanti.
 

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