"Di fronte al referendum i magistrati, come i professori di diritto costituzionale, ritornano semplici cittadini. Con i loro dubbi, le loro incertezze, le loro divisioni ideali, le loro discutibilissime opinioni. Senza alcuna autorevolezza aggiuntiva". Lo dice Nello Rossi, avvocato generale in Cassazione, in un'intervista a 'Repubblica'. "Ma come si può pensare che una parte viva della società italiana come la magistratura si estranei nel momento in cui si decide l'assetto delle istituzioni che daranno forma alla convivenza democratica per un futuro prevedibilmente assai lungo? – aggiunge – Si sta discutendo della qualità della vita democratica nostra, dei nostri figli, dei nostri nipoti. È questa, del resto, la ragione istituzionale del referendum confermativo nel quale, alla fine di tutti i ragionamenti, bisognerà rispondere sì o no. Per questo l'accusa di schierarsi non ha senso".
"Penso che da un magistrato, in ragione del 'terribile' potere che esercita, si possano pretendere molte cose – aggiunge Rossi – Innanzitutto 'deve' essere intelligente. Se no sono guai. E poi deve essere imparziale, equilibrato, riflessivo. Ma Ma come si può pensare che una parte viva della società italiana come la magistratura si estranei nel momento in cui si decide l'assetto delle istituzionino". Quanto a una possibile deriva "assolutistica" del potere, "se devo essere sincero, non penso affatto che le donne e gli uomini oggi al governo e in maggioranza abbiano mire o propensioni del genere – spiega Rossi – Ma la sua è una domanda mal posta. Costituzione e legge elettorale sono, almeno in teoria, destinate a sopravvivere all'attualità e ai suoi protagonisti. Le inquietudini sull'oggi, che pure sono legittime, si sommano a quelle sul futuro del nostro Paese e dell'Europa, percorsi da ondate di improvviso irrazionalismo e da vecchi e nuovi estremismi, che non vorrei vedere superpremiati da risultati elettorali di segno emotivo". "Il combinato disposto della nuova legge elettorale e del nuovo testo costituzionale – sottolinea – disegna una nuova mappa del potere – segnata dal ruolo assolutamente preponderante della maggioranza – e apre la via a nuovi equilibri tra i poteri dello Stato. Una questione coinvolgente e divisiva che tocca profondamente ciascuno di noi".