Calenda, dirigente d'azienda e politico, era stato mandato a Bruxelles perché il premier Matteo Renzi voleva che qualcuno a lui vicino portasse le istanze di Roma all'attenzione delle istituzioni europee

Riempita la casella del ministero dello Sviluppo economico, che da domani sarà guidato da Carlo Calenda, si apre una nuova partita: chi sarà il (o la) rappresentante dell'Italia a Bruxelles? Calenda, dirigente d'azienda e politico, era stato mandato a Bruxelles perché il premier Matteo Renzi voleva che qualcuno a lui vicino portasse le istanze di Roma all'attenzione delle istituzioni europee. E lui, che era il numero due del ministero e che aveva gestito diverse trattative con Bruxelles, era l'uomo giusto. Era evidente che Stefano Sannino, l'ambasciatore italiano 'licenziato' da Renzi, non avrebbe rappresentato al meglio la linea del governo di Roma. La scelta di inviare al suo posto un vice ministro, e non un diplomatico di carriera, aveva provocato non pochi malumori nei corridoi della Farnesina e nelle ambasciate italiane. 

Diverso, invece, il punto di vista dei diplomatici con più esperienza. Secondo quanto si è potuto ricostruire, più di uno ha declinato l'offerta di andare alla sede poi assegnata a Calenda. Cesare Maria Ragaglini, uno degli ambasciatori più capaci, avrebbe preferito restare a Mosca piuttosto che andare a Bruxelles. La stessa linea – sempre secondo ricostruzioni senza troppe conferme – sarebbe stata tenuta anche dall'ambasciatore alla Nato Claudio Bisogniero, che peraltro si trova già in Belgio, dove c'è la sede dell'Alleanza atlantica e delle principali istituzioni europee.

Ora, con il richiamo di Calenda al ministero di via Veneto, i giochi si riaprono, e con non pochi punti interrogativi. Spingendosi a fare qualche nome, e tenendo presente la necessità di 'quote rosa diplomatiche', si potrebbe immaginare che a Bruxelles potrebbe andare l'attuale consigliera diplomatica di Renzi, Maria Angela Zappia, arrivata a palazzo Chigi il 1 marzo scorso. Zappia ha lavorato a Dakar, New York e pure a Bruxelles, dove peraltro si è occupata di dossier migratori, di assoluta attualità negli ultimi mesi. Un'altra alternativa, sempre a femminile, potrebbe essere la nomina di Elisabetta Belloni, anche lei promossa da poco, al posto di segretario generale della Farnesina, al vertice della diplomazia italiana.

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