La Libia è al centro dell'intervento del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nel question time al Senato. "Dobbiamo mettere in condizione le autorità libiche di combattere il terrorismo sul loro territorio. Faremmo un grave errore se scavalcassimo queste dinamiche con un intervento esterno. E lo farebbero anche gli altri Paesi europei".
Alla Camera Gentiloni aveva precisato: "Il governo italiano non ha nessuna intenzione di inviare militari in Libia al di fuori del contesto di cui si è parlato in questi giorni e che non si è affatto realizzato". E ha aggiunto: "In ogni caso qualunque decisione sarà concordata con l'Onu. Di ogni decisione sarà ovviamente informato il Parlamento", ha sottolineato il numero uno della Farnesina. "Al governo italiano non è giunta alcuna richiesta dalla Libia per la protezione dei pozzi petroliferi", ha precisato Gentiloni a proposito delle notizie circolate di una presunta richiesta da parte del governo libico.
Sulla Siria, Gentiloni al Senato ha detto: "Nei prossimi dieci giorni ci sarà la riunione della conferenza interministeriale di sostegno alla Sira per il cessate al fuoco per ragioni umanitarie. Se il regime chiude i corridoi umanitari, si torna alla casella di partenza". E, in merito alla Siria dopo Bashar al Assad, ha sottolineato: "Per questo governo i curdi certamente vanno coinvolti e devono avere un ruolo nel processo di ricostruzione siriana".