Le opposizioni lasciano l'Aula in protesta. La ministra: "Risultato storico. Godiamoci questo momento"
Traguardo raggiunto. La riforma della Costituzione, in 41 dei suoi articoli, dopo due anni di polemiche e scontri dentro e fuori dalla maggioranza ha superato il sesto passaggio parlamentare, come richiesto dalla nostra Carta. Il testo, presentato l'8 aprile 2014 in commissione Affari costituzionali del Senato, cancella il bicameralismo paritario, di fatto ridimensiona il ruolo del Senato (non più eletto a suffragio universale) e affida alla sola Camera il compito di votare la fiducia al governo. Con 361 sì e 7 contrari e due astenuti, ma in un'aula semivuota priva delle opposizione che per protesta hanno abbandonato l'emiciclo poco prima del voto, il ddl Boschi supera l'esame del Parlamento e dà l'ultima parola al popolo con il referendum confermativo che dovrebbe tenersi il prossimo ottobre. "Una maggioranza ampia" commenta a caldo il ministro e madrina del provvedimento Maria Elena Boschi che sottolinea come "dopo 30 anni di lavoro" è stato raggiunto "un traguardo storico". Ecco come il governo di Matteo Renzi ha ridisegnato la Carta costituzionale (LEGGI LA SCHEDA Come cambia la Costituzione)
"Dopo trent'anni è un risultato storico con una maggioranza molto ampia. Godiamoci questo momento". La ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, commenta così l'approvazione del disegno di legge che riforma il Senato e il titolo V della Costituzione. E su Twitter scrive: "Dopo due anni di lavoro, il Parlamento ha dato il via libera alla riforma costituzionale! Grazie a quelli che ci hanno creduto #lavoltabuona".
Dopo due anni di lavoro ,il Parlamento ha dato il via libera alla riforma costituzionale! Grazie a quelli che ci hanno creduto #lavoltabuona
— maria elena boschi (@meb) 12 aprile 2016
RENZI: GIORNATA STORICA. Una giornata, dice il premier Renzi da Teheran "storica per l'Italia in cui la politica dimostra di essere seria e credibile" ora "la riforma costituzionale è legge, adesso noi faremo il referendum". Di fatto il governo sul ddl Boschi non ha ottenuto i due terzi della maggioranza dei componenti e come richiesto dall'articolo 138 della Costituzione la legge deve essere sottoposta a referendum confermativo. Un passaggio che lo stesso esecutivo aveva messo in conto anche con il raggiungimento dei 420 voti necessari, per condividere con gli italiani una riforma attesa da anni. Entro tre mesi quindi un quinto dei parlamentari o 500 mila elettori o 5 consiglieri regionali dovranno richiedere il passaggio referendario e fino ad allora la legge non sarà promulgata. E la richiesta arriverà proprio dalle fila del Partito democratico, come ha confermato il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato: "Ci sarà anche la richiesta da parte dei deputati di maggioranza. Non è una sorpresa, l'abbiamo detto dal primo giorno".
LA MORTE DI CASALEGGIO E L'AULA SEMIVUOTA. L'ok definitivo al disegno di legge arriva in una giornata quasi surreale, che si era preannunciata nell'aula della Camera lunga e intensa, con le opposizioni pronte ad utilizzare al massimo le ore a disposizione dalla presidenza di Montecitorio per far arrivare in nottata il via libera. Sull'approvazione infatti non c'erano dubbi né dentro né fuori dalla maggioranza. La morte alle prime luci dell'alba di Gianroberto Casaleggio, ideologo e co-fondatore del Movimento 5 Stelle, fa cambiare però radicalmente tutti i piani. In mattinata le lacrime dei pentastellati e il dovere istituzionale da parte di tutti, maggioranza compresa, di rispettare il dolore dei colleghi e permettere loro l'ultimo saluto all'anima di M5S, fa cambiare faccia alla giornata. E' per questo e per volere degli stessi grillini che si cancellano i numerosi interventi a titolo personale accorciando di molto il dibattito parlamentare. Le opposizioni lasciano l'aula della Camera per protesta nei confronti del provvedimento e di fatto il governo vota da solo il ddl di riforma costituzionale. Solo sette i contrari tutti di Alternativa libera, ex M5S tranne uno Giovanni Monchiero, capogruppo di Scelta civica a Montecitorio.
LE REAZIONI. "E' una riforma epocale fatta nell'interesse dei cittadini e per semplificare il rapporto con le istituzioni", commenta Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera. Anna Finocchiaro, senatrice Dem e relatrice del testo a palazzo Madama,sottolinea che si tratta "certamente un risultato storico" ma "non era un fatto scontato". "Credo che il risultato sia stato raggiunto – aggiunge – "Ora spetta a tutti, alle istituzioni, alla politica ma anche ai media, un lavoro importante perche' la scadenza referendaria trovi i cittadini pienamente informati e consapevoli di fronte a questo appuntamento". Non della stessa idea le opposizioni con Giorgia Meloni che affida a un tweet il suo commento: "Dopo la riforma costituzionale Renzi vola a Teheran: vuole sapere se ora che ha abolito la democrazia puo' diventare ayatollah". Mara Carfagna di Forza Italia si dice "amareggia profondamente che quello che doveva essere un passaggio storico per l'Italia, la riforma della nostra Costituzione, sia stato scritto da Renzi e dal suo Governo nel modo peggiore. Poco spazio al dialogo, strappi, forzature e questioni di fiducia".
La presidente della Camera, Laura Boldrini, sottolinea "il percorso parlamentare lungo e travagliato" del provvedimento e auspica che la prossima campagna referendaria "si sviluppi un confronto pacato, sul merito delle decisioni prese. Per questo ritengo che sarà più che mai necessaria un'informazione puntuale sul contenuto del referendum.
Che ad esprimere il loro voto siano cittadini consapevoli è nell'interesse sia dei sostenitori che di chi si è opposto. Ma- conclude Boldrini – è soprattutto nell'interesse della democrazia italiana". Pietro Grasso invece alla domanda su come si sentiva nell'essere forse l'ultimo presidente del Senato, dopo l'approvazione del ddl Boschi, ha risposto: "Aspettiamo il referendum e poi vediamo".
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