Maggioni: "Nella storia della Rai non c'è nessun negazionismo. Lo dimostra la nostra informazione da decenni"
"Il figlio di Totò Riina non è solo figlio del capo dei Corleonesi e tanto sarebbe bastato per affrontare la vicenda con maggiore purdenza ma è stato anche condannato per associazione mafiosa e non come associato ma come promotore". Lo dice la presidente della Comissione Antimafia, Rosy Bindi, nell'audizione dei vertici Rai Monica Maggioni ed Antonio Campo Dall'Orto dopo l'intervista a Bruno Vespa al figlio di Totò Riina.
CAMPO DALL'ORTO: NESSUN PAGAMENTO A RIINA. Al figlio di Totò Riina "non è stato fatto nessun pagamento, ci mancherebbe altro". Questa la rassicurazione del direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto in audizione in commissione antimafia. Precedentemente Rosy Bindi aveva proprio chiesto se il figlio del boss fosse stato pagato per l'intervista.
MAGGIONI: IN STORIA SERVIZIO PUBBLICO MAI NEGAZIONISMO. "Nella storia della Rai non c'è nessun negazionismo. Lo dimostra la nostra informazione da decenni. Mai vittime ed aguzzini avranno la stessa dignità di racconto". A dirlo la presidente della Rai, Monica Maggioni, in audizione. Maggioni definisce il racconto "insopportabile". "In primis per il non rinnegare il padre. E' stata un'intervista da mafioso. Guardarci dentro ha senso. L'importante è capire come farlo e questo rimane un problema aperto".
"Ma – conclude Maggioni – nessuno di noi ha mai pensato di essere incerti nell'atteggiamento da tenere nei confronti della mafia. Sappiamo da che parte stare e quello che facciamo tutti i giorni è la dimostrazione".
"Non posso sentir dire da quest'aula che Bruno Vespa è un portavoce della mafia. E' inaccettabile, proprio perché parlare di mafia è una cosa estremamente seria ed io ho dato anni della mia vita a mettere le parole al proprio posto", prosegue Maggioni, rispondendo al membro della commissione antimafia Lucrezia Ricchiuti del Pd che aveva definito Bruno Vespa "portavoce della mafia".
NONOSTANTE LE PROTESTE. "Avevamo chiesto alla Rai di rinunciare a messa in onda dell'intervista. Si sono levate grida di protesta dai familiari delle vittime fino al presidente Grasso. In questo Paese è un problema sensibile. Perché siete andati avanti con la trasmissione?", sostiene la presidente Bindi.
GRAVE SE PAGATO. "Non ho visto la trasmissione ieri sera per non alzare lo share. L'ho vista stamattina e non è stata un'intervista del figlio sul padre ma del figlio di un capo di Cosa Nostra che ancora mesi fa dal carcere mandava messaggi di morte". Lo dice la presidente della comissione antimafia ai vertici Rai. "E' evidente che il perimetro delle domande sia stato fissato da Riina – aggiunge – non si è toccato la vera realtà di Cosa Nostra. Riina ha negato l'esistenza della mafia lanciando messaggi inquietanti", aggiunge.
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