L'ex capo della Protezione civile difende la propria candidatura dagli attacchi di Salvini e Meloni
"Non ho motivi di dovermi fermare, sono i romani che mi spingono a questo punto, non i partiti. E se i romani mi spingono, allora vado avanti come una ruspa fino alla fine". Guido Bertolaso, ai microfoni di Rai News 24, mostra tutta la sua determinazione nel portare avanti la candidatura a sindaco di Roma. "Io sono il candidato del centrodestra, non di un singolo partito", ricorda Bertolaso dopo aver visitato il gazebo di via Portuense, e aggiunge: "Due mesi fa Salvini mi ha chiamato e mi ha detto 'voglio che ti candidi a sindaco di Roma'. Io a quella telefonata sono rimasto, non l'ho più sentito". Il leader del Carroccio, invece, porta avanti la sua opposizione all'ex capo della Protezione civile. "A Roma, come in qualsiasi altra città, una persona che pensa che gli zingari vadano aiutati e che invece di sgomberare i campi rom vuole risolvere il problema togliendo i cassonetti dalle strade non può essere sostenuto dalla Lega e da Noi con Salvini – è l'affondo di Salvini -. Se invece Giorgia Meloni decidesse di candidarsi noi la sosterremo". E a stretto giro è arrivato l'annuncio della presidente di Fratelli d'Italia: "Metto a disposizione anche la mia candidatura come gesto di amore e responsabilità. Mi aspetto amore e responsabilità anche dagli altri". "Deve fare la mamma, non vedo perché qualcuno debba costringerla a fare campagna elettorale", la replica di Bertolaso, intervenuto su La7. "Io ci sono comunque, sono il candidato a Roma e ci sono per la città. Sono venute a votare quasi 50mila persone, più delle primarie del Pd. Meloni ha chiesto un vertice e poi vedremo cosa fare".
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