Attacchi sui social, la replica: "Insulti squadristi non ci turbano". Scalfarotto: Riconoscere bambini nati da maternità surrogata

"Non c'è volgarità degli squadristi della politica che possa turbare la grande felicità che la nascita di un bimbo provoca". La replica di Nichi Vendola, presidente di Sel ed ex governatore della Puglia, agli insulti sui social sembrava poter mettere fine alla polemica seguita alla notizia della nascita del figlio Tobia Antonio. Il bambino, venuto alla luce in una clinica californiana, è nato attraverso la pratica della maternità surrogata. Vendola è diventato padre insieme al compagno Eddy Testa.Trai più accesi critici Matteo Salvini che ha definito "disgustoso" il fatto. 

ATTACCHI SUI SOCIAL. Appena la notizia si è diffusa grande bagarre sui social network, soprattutto Twitter, dove l'hashtag #Vendola è entrato nei trend topic e si sono susseguiti molti attacchi al leader politico, spesso accompagnati dall'hashtag #buyachild . Si è accodato alle critiche anche il leader della Lega Matteo Salvini: endola e compagno sono diventati papà, affittando utero di una donna californiana. Questo per me non è futuro, questo è disgustoso egoismo".

Vendola e compagno sono diventati papà, affittando utero di una donna californiana.
Questo per me non è futuro, questo è disgustoso EGOISMO.

 

LA REPLICA DI VENDOLA.  "Non c'è volgarità degli squadristi della politica che possa turbare la grande felicità che la nascita di un bimbo provoca" ha affermato in una nota il leader di Sel, Nichi Vendola. "Condivido con il mio compagno una scelta e un percorso che sono lontani anni luce dalla espressione 'utero in affitto'. Questo bambino è figlio di una bellissima storia d'amore, la donna che lo ha portato in grembo e la sua famiglia sono parte della nostra vita" ha aggiunto il politico pugliese "Quelli che insultano e bestemmiano nei bassifondi della politica e dei social network – aggiunge – mi ricordano quel verso che dice: "ognuno dal proprio cuor l'altro misura" (anche se capisco che citare Dante non faccia audience)".

IN ITALIA. Difficile che la paternità di Vendola e del compagno sia riconosciuta in Italia. Anche se il disegno di legge sulle unioni civili verrà approvato alla Camera, infatti, la legge italiana non riconosce la possibilità di adozioni né di genitorialità per le coppie omosessuali. La regolamentazione dei casi di figli nati da maternità sugrrogata, tanto per le coppie omo che per quelle eterosessuali, potrà rientrare nella nuova legge sulle adozioni che riformula e rivede quella del 1983 e su cui è pronto un disegno di legge apposito alla Camera

SCALFAROTTO: RICONOSCERE BAMBINI. "È una questione del tutto privata. Le decisioni che hanno a che fare con la vita intima e familiare delle persone non andrebbero commentate". Così Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme, deputato pd e impegnato per i diritti degli omosessuali, commenta la neopaternità di Nichi Vendola in un'intervista al Corriere della Sera. Vendola, aggiunge, "non è il primo. Sergio Lo Giudice (del Pd, ndr ) è diventato padre così. È stato oggetto di attacchi vergognosià". "La gestazione per altri è vietata in Italia, ma è rigorosamente regolamentata in Stati ad alta civiltà giuridica come il Canada e la California- sottolinea – Anche la legge 40 sulla procreazione assistita vieta il ricorso all'eterologa; eppure garantisce comunque il riconoscimento dei bambini che dovessero nascere da quella pratica. Persino una legge oscurantista come quella si premura di non addebitare al bambino il modo con il quale è nato". "Non ho figli, né penso di averne. Però in Italia – sottolinea Scalfarotto – c'è sempre difficoltà a legiferare sui temi legati alla vita: come si nasce, come si muore, come si ama. Da noi la politica diventa afasica quando si affrontano queste materie. Per questo credo che la legge sulle unioni civili sia un fatto storico". Però il punto più critico, quello sulla stepchild adoption, è rinviato a una nuova legge sulle adozioni. "Spero in una norma che sia davvero dalla parte del bambino, che consenta a chi non ha una famiglia di averne finalmente una, anche se formata da un solo genitore. Perché non si tratta del diritto ad adottare – conclude – sono i bambini ad avere diritto all'affetto, a una casa. Vanno effettuati tutti gli accertamenti sugli adottanti, ma valutando i singoli casi e non basandosi su criteri aprioristici, su pregiudizi".

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata