Acque agitate per l'Autorità nazionale anticorruzione. Nonostante i molti casi da dover affrontare (da Expo agli appalti passando per il Giubileo) secondo quanto riporta 'Il Corriere della Sera' il presidente Raffaele Cantone, oltre ad avere fondi non proprio illimitati, è di fatto impossibilitato a spendere i soldi che ha in cassa. Con i nuovi tagli voluti da Matteo Renzi nel 2014 sono bloccati una cinquantina di milioni risparmiati in questi anni.
In una nota di aggiornamento del 28 gennaio si legge che "Non può non evidenziarsi che il bilancio dell'Autorità sconta una rigidità della spesa tale da non consentire per il futuro, a quadro normativo vigente, ulteriori norme di contenimento oltre quelle finora adottate se non a prezzo di una ridotta funzionalità dell'Anac che, nella circostanza, non sarebbe tra l'altro coerente con l'implementazione delle funzioni (…) la quale, anzi, indurrebbe ad una nuova riflessione nelle sedi opportune sul mantenimento degli obiettivi di contenimento della spesa".
Un esempio? Nel solo 2015 l'Anac "ha tagliato il bilancio del 25%, da 62,9 a 47,2 milioni. Il costo del personale è sceso del 19%, da 38,5 a 31,2 milioni. Quello per gli immobili del 33,4%, da 7,2 a 4,8 milioni. Compensi e rimborsi per gli organi istituzionali sono stati ridotti del 53%, da 2,4 a 1,1 milioni. Mentre l'esborso per l'acquisto di beni e servizi si è ridimensionato del 32%, da 14,8 a 10 milioni: ne hanno fatto le spese i servizi resi da terzi (meno 34,9%)", si legge sul 'Corriere'. E per quanto riguarda il personale per assolvere tutti i compiti "all'Anticorruzione servirebbero 350 persone, mentre oggi non ce ne sono in servizio che 302. Se ne dovrebbero assumere 48, ma i limiti di bilancio imposti da quel decreto di due anni fa lo impediscono".