L'Inps segnala 764.129 nuovi contratti a tempo indeterminato
Tornano a crescere con forza nel 2015 le assunzioni a tempo indeterminato, grazie agli sgravi contributivi previsti nella legge di Stabilità e alle nuove norme contenute nel Jobs act. L'anno scorso, come segnala l'Inps nel suo rapporto sul precariato, nel complesso si sono registrate circa 2 milioni e 400mila assunzioni (comprese le trasformazioni dei rapporti a termine) a fronte di oltre un milione e 600mila cessazioni. Il saldo è quindi pari a quasi 800mila posti in più a tempo indeterminato.
Un andamento accolto con soddisfazione dal premier Renzi che ha subito commentato su Facebook: "Per mesi ci hanno detto che il Jobs act era una prevaricazione, una violenza, un'imposizione. Oggi scopriamo che nel 2015 grazie al Jobs act ci sono stati 764.000 contratti a tempo indeterminato in più. Avanti tutta, con coraggio e determinazione".
Nel dettaglio, il rapporto Inps segnala che la variazione netta dei nuovi contratti a tempo indeterminato in Italia nel 2015 è stata positiva per 764.129 posti di lavoro. Un andamento in netta controtendenza rispetto agli anni precedenti visto nel 2013 l'aumento fu di solo 34.163 addetti, mentre nel 2014 ci fu addirittura un calo di 52.137 assunzioni a tempo indeterminato. La cifra di 764.129 di nuovi contratti, sottolinea l'Inps, deriva dal saldo tra i nuovi contratti che sono stati 1.870.959, le cessazioni che sono state 1.684.911 cui vanno sommate 492.729 trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine e 85.352 apprendisti trasformati a tempo indeterminato.
I dati dell'Inps sono stati accolti con soddisfazione tra le file della maggioranza, mentre le opposizioni sono di tutt'altro parere. Nel Pd il vice-segretario Debora Serracchiani fa notare che l'applicazione del Jobs act "permette finalmente l'attuazione del diritto al lavoro", mentre la senatrice Camilla Fabbri spiega: "I dati dell'Inps sono la dimostrazione che con le riforme si può rilanciare l'occupazione stabile". Non la pensa così Maria Stella Gelmini, vicecapogruppo alla Camera di Forza Italia, secondo cui l'occupazione non è affatto aumentata: "A ben guardare si può vedere che il Jobs act ha determinato un massiccio ricorso alla trasformazione dei contratti a termine già stipulati piuttosto che una crescita dell'occupazione complessiva".
Cauti i sindacati. Sottolinea il segretario confederale della Cisl Gigi Petteni: "I dati comunicati dall'Inps si possono dire confortanti, la cura comincia a dare i suoi effetti. Senza toni trionfalistici possiamo dire che la scelta di puntare sugli sgravi contributivi sta facendo emergere risultati incoraggianti. Da qui bisogna iniziare a riflettere su come rendere strutturale nel tempo la convenienza del contratto a tempo indeterminato". Per l'Ugl invece il governo "si vanta di segnali che dovrebbero invece allarmare".
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