Percorso in salita per il ddl Cirinnà, tra possibile ritorno in Commissione, voti segreti ed emendamenti

Tutto in salita il percorso delle unioni civili in Senato. Alle 16.30 i lavori riprendono con la replica del ministro della Giustizia Andrea Orlando, poi il passaggio più atteso: il presidente Pietro Grasso deciderà se concedere o meno il voto segreto sul 'non passaggio al voto' richiesto da 74 senatori fra i quali Roberto Calderoli (Lega) e Gaetano Quagliariello (Idea, ex Ncd). Se la richiesta di 'non passaggio al voto' dovesse passare, andrebbe messa una croce sul disegno di legge Cirinnà che dovrebbe tornare in commissione. A quel punto servirebbe una riunione dei capigruppo del Senato per decidere come procedere con i lavori dell'aula.

Nel caso, invece, il 'non passaggio al voto' venga bocciato, allora il provvedimento può continuare il suo iter in aula a Palazzo Madama con l'esame e il voto sugli emendamenti agli articoli e sugli articoli stessi. Qui si innesta la seconda parte del problema: il numero e il contenuto degli emendamenti. Si sta trasformando in un guanto di sfida il "patto tra gentiluomini" inizialmente siglato fra i capigruppo di Lega e Pd Gian Marco Centinaio e Luigi Zanda: l'incontro di questa mattina ha congelato lo stallo di martedì sera quando i rappresentanti dei due gruppi parlamentari si sono arroccati ciascuno sulla propria posizione. Al momento quindi restano gli oltre cinquemila emendamenti della Lega – inclusi i soppressivi – e il famoso emendamento 'canguro' del Pd firmato Andrea Marcucci, capace di far saltare – se approvato – tutte le proposte di modifica al testo originario del disegno di legge Cirinnà. La Lega era disposta a ridurre a 580 circa le sue proposte di modifica ma non a eliminare quelli che il Pd descrive come "trabocchetti" per rendere nulla o storpiare la legge. Risultato: accordo saltato, almeno per ora. Alle 16 infatti Lega e Pd si rivedranno per discuterne ancora.

Il ginepraio che avvolge le unioni civili si infittisce se si sporge il capo in casa Pd. Qui la riunione del gruppo ha portato il capogruppo Zanda a dire 'sì' alla libertà di coscienza su tre emendamenti agli articoli 5 e 22 del provvedimento – affido rafforzato, vincolo dell'adozione per solo uno dei partner e apertura della 'stepchild adoption' alle coppie conviventi -, ma proprio i senatori 'catto-dem' vorrebbero libertà anche su altri 9 emendamenti.
Non è escluso che qualche altro 'voto libero' sia concesso, magari non tutti i nove richiesti. La discussione è ancora aperta, garantisce Zanda.

Altra incognita, i voti segreti sui quali l'ultima parola ce l'ha il presidente del Senato Pietro Grasso. Secondo Zanda non dovrebbero essere più di trenta, in base all'accordo con gli altri capigruppo. Ma nel clima poco salubre che si registra a Palazzo Madama in queste ore, non è escluso che salti anche quest'altro 'patto fra gentiluomini'.

Quel che si preannuncia, per ora, è una notte dei lunghi coltelli in cui si andrà alla conta di ogni singolo voto.

 

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