Escludere dal computo del rapporto deficit/Pil "il pieno ammontare" delle spese sostenute dall'Italia per affrontare l'emergenza migranti fin dall'inizio della crisi libica. E' la richiesta avanzata dalla rappresentanza diplomatica del nostro Paese a Bruxelles in un documento presentato alla riunione del Coreper in programma oggi. "L'Italia – si legge nel testo – si aspetta fortemente che, nell'indirizzare i programmi di Stabilità, un approccio coerente sarà adottato dalla Commissione, non prendendo in considerazione il pieno ammontare dei costi sostenuti dall'Italia dall'inizio della crisi libica per il calcolo dei deficit degli Stati membri nell'ambito del patto di Stabilità e crescita".
"L'Italia – si legge ancora nel documento – crede che gli sforzi compiuti dagli Stati membri dell'Ue nell'affrontare l'eccezionale crisi dei migranti debba essere correttamente riconosciuta dalla Commissione Ue in tutte le dimensioni possibili. Gli Stati membri che sono in prima linea hanno sostenuto costi importanti finora per le attività di sorveglianza dei confini, per salvare le vite in mare e per accogliere e dare riparo ai migranti che arrivano sulle proprie coste".
"L'Italia – prosegue il testo – accoglie la dichiarazione resa dalla Commissione che riconosce che i contributi nazionali per la Turchia non saranno presi in considerazione per il calcolo del deficit degli Stati membri nell'ambito del Patto di stabilità e crescita. Questo è in linea col fatto che la crisi dei rifugiati è considerata un 'insolito evento al di fuori del controllo degli Stati membri'".
Il nostro Paese non chiede a Bruxelles più di quanto abbia già chiesto finora in merito alla flessibilità per la crisi migranti, precisano le fonti diplomatiche, spiegando che il riferimento all'inizio della crisi libica del documento presentato – che, sottolineano, è un testo non ufficiale allegato agli atti della riunione, quindi non una richiesta formale – non rappresenta una richiesta retroattiva per le spese degli anni passati. Più semplicemente, mira a far presente che Roma ha affrontato una quantità di spese negli ultimi anni ben superiore al valore della richiesta di flessibilità dello 0,2% avanzata per la legge di Stabilità di quest'anno. Richiesta che, comunque, resta sempre la stessa: lo 0,2% aggiuntivo di deficit/Pil.