di Donatella Di Nitto
Roma, 31 dic. (LaPresse) – Sergio Mattarella apre la casa degli italiani, il Quirinale, agli italiani. Per il suo primo discorso di fine anno il capo dello Stato abbandona lo studio alla Palazzina, la scrivania imponente, e ‘accoglie’ i concittadini nel suo salotto privato al terzo piano del Quirinale. Non è più il capo dello Stato che entra nelle case degli italiani la notte di San Silvestro, ma sono gli italiani che entrano in casa sua. Seduto sulla sua poltrona, di uso quotidiano, con alle spalle una stella di Natale e un presepe napoletano, accanto le due bandiere di Italia e Unione Europea. Il messaggio è chiaro, asciutto e soprattutto informale. Mattarella concentra in 19 minuti di colloquio con il suo popolo diritti e doveri di ogni cittadino e si appella al senso di coesione. Risvegliare, rinvigorire, rafforzare quell’orgoglio di essere italiani, l’unico capace di avere cura della Repubblica, dovere a cui “tutti siamo chiamati”.
Legalità, terrorismo, smog e ambiente, evasione fiscale, Giubileo, ma anzitutto il lavoro. “L’occupazione è tornata a crescere – rileva il capo dello Stato – Ma questo dato positivo, che pure dà fiducia, l’uscita dalla recessione economica e la ripresa non pongono ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante persone e di tante famiglie”. Il lavoro, sottolinea Mattarella “manca ancora a troppi dei nostri giovani” che “si sono preparati, hanno studiato, posseggono talenti e capacità e vorrebbero contribuire alla crescita del nostro Paese. Ma non possono programmare il proprio futuro con la serenità necessaria”. L’occupazione è il tema principe del settennato del presidente, che anche oggi ha voluto dedicare “questi minuti alle principali difficoltà e alle principali speranze della vita di ogni giorno”.
INQUINAMENTO E AMBIENTE Ma il vero affondo il capo dello Stato lo riserva all’emergenza smog con i livelli delle polveri sottili che non riescono a scendere nelle grandi città italiane. “In questi giorni avvertiamo allarme per l’inquinamento, specialmente nelle grandi città – spiega Mattarella – Il problema dell’ambiente, che a molti e a lungo è apparso soltanto teorico, oggi si rivela concreto e centrale. Mi auguro che lo si affronti con un comune impegno da parte di tutti”. Il presidente si appella a “l’impegno delle istituzioni, nazionali e locali” che “deve essere in questo campo sempre maggiore”. E fa un esempio “si può chiedere ai cittadini di limitare l’uso delle auto private, ma, naturalmente, il trasporto pubblico deve essere efficiente. E purtroppo non dovunque è così”. La cura dell’ambiente è un bene primario, ribadisce il presidente e il compito di difenderlo “ricade in parte su ciascuno di noi. Molto della qualità della nostra vita dipende dalla raccolta differenziata dei rifiuti e dal rispetto dei beni comuni. Non dobbiamo rassegnarci alla società dello spreco e del consumo distruttivo di cibo, di acqua, di energia”.
EVAZIONE FISCALE E RISCOPERTA DELLA LEGALITA’ Sergio Mattarella ne è certo: “negli ultimi anni e’ cresciuta la sensibilita’ per il valore della legalita’. Soprattutto i piu’ giovani esprimono il loro rifiuto per comportamenti contrari alla legge perche’ capiscono che malaffare e corruzione negano diritti, indeboliscono la liberta’ e rubano il loro futuro”. Secondo Mattarella infatti “la quasi totalita’ dei nostri concittadini crede nell’onesta’. Pretende correttezza” e soprattutto “la esige da chi governa, ad ogni livello; e chiede trasparenza e sobrietà. Chiede rispetto dei diritti e dei doveri”. Ecco allora il duro attacco all’evasione fiscale “un elemento che ostacola le prospettive di crescita” e che al nostro paese “Secondo uno studio, recentissimo, di pochi giorni fa, di Confindustria – spiega – nel 2015” è costata “a 122 miliardi di euro. 122 miliardi! Vuol dire 7 punti e mezzo di PIL“. Mattarella quindi condanna chi evade perché “danneggia la comunità nazionale e danneggiano i cittadini onesti. Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se tutti le pagassero”.
LE DONNE ESEMPIO NON RICONOSCIUTO DELL’ITALIA Un pensiero di riconoscenza il presidente lo riserva tutte le donne italiane che “fanno fronte a impegni molteplici e tanti compiti, e devono fare ancora i conti con pregiudizi e arretratezze. Con una parita’ di diritti enunciata ma non sempre assicurata; a volte persino con soprusi o violenze”. E non è quindi un caso che sono appunto quattro le figure femminili “esperienze positive” che rappresentano l’Italia per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno. “Ne cito soltanto tre: Fabiola Gianotti, che domani assumera’ la direzione del Cern di Ginevra, Samantha Cristoforetti, che abbiamo seguito con affetto nello spazio, Nicole Orlando, l’atleta paralimpica che ha vinto quattro medaglie d’oro. Nominando loro rivolgo un pensiero di riconoscenza a tutte le donne italiane”. La quarta donna che Mattarella ricorda nel suo discorso è Valeria Solesin, vittima italiana degli attentati di Parigi.
TERRORISMO E MIGRAZIONE – “Il terrorismo ci vuole impaurire e condizionare. Non glielo permetteremo”. Mattarella torna sul tema che più lo preoccupa: la lotta all’Isis confermando che “difenderemo le conquiste della nostra civiltà e la libertà delle nostre scelte di vita. Con questo spirito abbiamo sentito, tutti, su di noi la sofferenza dei parenti delle vittime di Parigi e ci siamo stretti intorno alla famiglia di Valeria Solesin”. “Le nostre Forze di polizia e i nostri servizi di sicurezza stanno agendo con serietà e con competenza per difendere la tranquillità della nostra vita – sottolinea Mattarella – Il pericolo esiste ma si sta operando con grande impegno per prevenirlo“. Poi l’immigrazione e il dramma dei profughi, di chi “per sfuggire alle guerre o alla fame o, più semplicemente, alla ricerca di un futuro migliore” poi muore annegato in mare “come il piccolo Aylan e, ormai, purtroppo anche nell’indifferenza”. Il fenomeno migratorio ricorda il capo dello Stato “nasce da cause mondiali e durera’ a lungo. Non ci si puo’ illudere di rimuoverlo, ma si puo’ governare. E si deve governare”. Integrazione, regole comuni in Europa “per distinguere chi fugge da guerre o persecuzioni e ha, quindi, diritto all’asilo, e altri migranti che vanno invece rimpatriati, sempre assicurando loro un trattamento dignitoso” questo il pensiero del presidente volto accogliere chi merita di restare. Attenzione però “Quegli immigrati che commettono reati devono essere fermati e puniti, come del resto avviene per gli italiani che delinquono. Quelli che sono pericolosi vanno espulsi”.