Roma, 29 dic. (LaPresse) – “Non c’è stato neanche un processo kafkiano, nessuno ha ascoltato la mia versione. Sono dei miserabili, dei poveretti e l’M5S non ne esce bene: fa prevalere il lato oscuro della forza per conservare il potere di quattro sciamannati”. Così la senatrice Serenella Fucksia, espulsa ieri dal Movimento 5 Stelle dopo un referendum sul blog, intervistata da ‘La Repubblica’.

Spiega così la dinamica del suo allontanamento: “Sono una che non scende a compromessi e dice quello che pensa, ma quella della rendicontazione è una patetica scusa. Sapevano che ero in difficoltà perché il collaboratore che se ne occupava non è più con me. Stavo per completarla, adesso ho finito. Molti lo hanno fatto il 23 dicembre, davvero bastano pochi giorni di differenza per cacciare una persona?”.

Fucksia ha poi attaccato Beppe Grillo e Casaleggio: “Mi dispiace per Beppe e Gianroberto, ho un ottimo rapporto con loro, ma credo non si rendano conto di chi hanno imbarcato. Oormai ci si massacra anche dentro ai meet up. Da quando sono arrivati il potere e i soldi il Movimento ha cambiato natura”.

“Fondamentalmente si vuole un pensiero unico per consolidare il potere di alcuni sciamannati. Compreso il potere di qualche esponente del direttorio. Ci sono persone fantastiche cui plaudo, ma ci sono molti incapaci attaccati a questa cosa che a tutti noi è arrivata senza merito. Alcuni sembrano in gita scolastica. Non si rendono conto che essere parlamentare non significa servire pizze o fare incontri sul nulla”, ha aggiunto l’ormai ex pentastellata.

Fucksia ha spiegato di aver votato anche in dissenso, “quello più forte è stato sul Jobs act. Mi sono astenuta perché c’era la fiducia, altrimenti avrei votato a favore. Penso che il contratto a tutele crescenti sia il futuro e che in Italia – che non è l’Alaska – più che al reddito di cittadinanza serva pensare al lavoro di cittadinanza”.

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