Consulta, fermenti in centrodestra: fuoco di fila anti Brunetta

Di Elisabetta Graziani

Roma, 17 dic. (LaPresse) – E’ fermento il giorno dopo il voto sulla Consulta che ha visto Forza Italia messa da parte dal nuovo asse Pd-M5S. Se fra maggioranza e Cinquestelle è tutto un rimpallarsi il merito – con il deputato M5S Danilo Toninelli che dice ‘Abbiamo vinto 2 a 1’ e Grillo che esulta ‘Ha vinto il nostro metodo’ -, nel partito dell’ex Cavaliere invece c’è chi mette in forse il ruolo del capogruppo dei deputati Renato Brunetta, cui è attribuito lo strappo con Matteo Renzi.

A parlare per primo è l’altro capogruppo di Forza Italia Paolo Romani, che dalle colonne di Repubblica non esita a definire l’esito della Consulta “una disfatta su tutta la linea”. Lo segue a ruota il senatore Altero Matteoli. “Concordo – dice – con le osservazioni di Romani e ritengo necessario e urgente mettere mano all’organizzazione del partito che non può procedere ancora in modo estemporaneo, sulla base di prese di posizione e decisioni di singoli”.

“Se ce l’ho con Brunetta? – precisa Romani sul quotidiano -. Non faccio nomi, la situazione è sotto gli occhi di tutti”. Il senatore non risparmia una stoccata anche a Renzi, cui attribuisce la responsabilità di aver “approfittato di quello scontro a Montecitorio” per “mettere fuori” Forza Italia: “ma non si fa, non è corretto”.

Parole cui risponde indirettamente il premier, in un intervento a Tg5. “Bisogna capire – spiega Renzi – se ci sono ancora i moderati nel centrodestra. Più che discutere dei posti, si mettano d’accordo: se non scelgono la linea demagogica ed estremista di urlare contro tutti, siamo sempre pronti ad avere un dialogo, restando in alternativa”.

Renato Brunetta affida la propria difesa a un tweet. “Matteo Renzi – cinguetta il presidente dei deputati azzurri – spudorato quando mi tira in ballo su Corte. Aveva già annunciato svolta in intervista radio ieri mattina. È proprio alla frutta”. La deputata di Forza Italia, Laura Ravetto, punta il dito sul presidente del Consiglio (“la vera abilità di Renzi è quella di infilarsi come un cuneo nelle difficoltà degli altri partiti”), ma propone anche al partito di fare “autocritica”. “C’è una soluzione: al Senato come alla Camera – dice la parlamentare piemontese – non si può mettere in discussione il solo Brunetta, ora iniziamo a parlare di elezioni”.