Matteo Renzi contrattacca sulle banche: Chi strumentalizza i morti mi fa schifo

di Laura Carcano

Firenze, 13 dic. (LaPresse) – “Chi strumentalizza la morte delle persone mi fa schifo. Le polemiche si fanno a viso aperto, non strumentalizzando i suicidi”. Renzi non usa mezzi termini nell’ultimo giorno della Leopolda, su cui hanno pesato gli attacchi di Roberto Saviano alla ministra Maria Elena Boschi per la vicenda delle banche salvate dal decreto del governo e le accuse di conflitto di interessi per il ruolo del padre in banca Etruria. Il premier tiene la posizione: “Rifirmerei quel decreto – dice – altrimenti milioni di conti correnti sarebbero stati chiusi e 7mila persone licenziate e non avremmo salvato i risparmiatori italiani. Chi ha sbagliato pagherà”.

“Noi consideriamo un dovere morale, dunque anche politico, fare la chiarezza massima. Sì quindi alla commissione di inchiesta sul sistema bancario degli ultimi 10 anni, non ci sono mai stati intoccabili”, ha assicurato. E’ stato il ministro dell’Economia Padoan a incontrare oggi una delegazione di cinque risparmiatori del movimento ‘vittime del salva-banche’ ,dopo la loro protesta a nei pressi della Leopolda e dopo avere detto dal palco della kermesse “Ci sono responsabilità diffuse di chi ha gestito i rapporti con i risparmiatori non ha fornito tutte le informazioni. E saranno valutate caso per caso e saranno presi provvedimenti per evitare che queste cose possano di nuovo succedere”.

Un risparmiatore presente all’incontro ha riferito che Padoan ha detto che quello che potevano fare lo hanno già fatto: “Loro hanno stabilito questo fondo da 100 milioni da distribuire secondo due criteri: Uno è quello dell’indigenza, l’altro è basato sulla truffa. Nel senso che se uno aveva anziché 10mila euro, 50mila euro, ma glieli hanno fatti investire in un unico titolo, anche questo è un criterio per la valutazione”. “Il fondo – riferisce il risparmiatore ricevuto da Padoan – ci hanno detto potrà essere aumentato con il maggior ricavo della bad bank”.

Padoan dopo aver parlato sul palco aveva puntato il dito contro lo sciacallaggio nella vicenda banche. E Renzi sembra riferirsi proprio allo sciacallaggio citando un caso che riguarda il suo di padre. “Mio padre – spiega – ha ricevuto un avviso di garanzia 15 mesi fa e si è sentito crollare il mondo addosso. Passerà il secondo Natale da indagato”. Renzi però tiene a sottolineare dalla sua seconda Leopolda di governo, la sesta edizione della kermesse : “Sono fiero dei magistrati italiani e sono contento facciano tutti gli accertamenti possibili e che studino con attenzione tutte le vicende. Non dirò mezza parola perché penso che il rispetto della divisione tra i poteri sia tra le cose migliori dell’Italia”.

Il segretario-presidente del consiglio proseguendo il suo intervento di chiusura ha toccato molti temi dell’agenda politica nazionale e internazionale e non si e certo limitato al caso salva-banche, su cui rivendica di non avere “scheletri nell’armadio” e che “Non ci sono favoritismi in questo governo. Anche se ha ammesso che per il suo esecutivo e per il Paese c’è ancora molto da fare. Poi una stoccata ai fuoriusciti dal Pd: “Quelli che chiedevano di mettere la bandiera alla Leopolda se ne sono andati. Noi la bandiera l’abbiamo stampata nel cuore”. Renzi rivendica anche i meriti della Leopolda: “Abbiamo Rovesciato il sistema gerontocratico – dice – Abbiamo orgogliosamente portato il Pd a essere il partito politico più votato in Europa e non ci avrebbe scommesso nessuno. Neanche io”.

L’invito che Renzi lancia dalla sesta Leopolda è “andiamoci a prendere il futuro”, alla faccia dei gufi cui manda “un abbraccio affettuoso per le previsioni sull’Expo”. Per Renzi le prossime due saranno due Leopolde elettorali: “Quella del 2016 e quella del 2017. Perché, so che vi spiace, ma si voterà nel febbraio 2018”, annuncia.