Di Alessandra Lemme

Roma, 31 ott. (LaPresse) – “Il modello Milano non è altro che un modo di lavorare avanzato guardando agli obiettivi e facendo in modo di trasformarli in risultati”. Si presenta con queste parole il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca nella prima conferenza stampa dopo la nomina a commissario straordinario di Roma.

“Sarebbe un luogo comune continuare a parlare di modello Milano per un’altra realtà, complessa ed enorme come la nostra capitale – dice Tronca, nel giorno in cui si chiudono con successo, per meriti anche suoi, i sei mesi di Expo -. Il modello Milano funziona e continuerà a funzionare a Milano. Bisogna prendere il meglio che c’è e adattarlo. Sarebbe davvero presuntuoso pensare di applicare questo modello altrove”. Nato a Palermo 63 anni fa il commissario capitolino è un esperto di sicurezza pubblica e mediazione sociale con la passione, e seconda laurea, per la Storia (la prima, in Giurisprudenza, risale al 1975).

Grande sostenitore dell’importanza del lavoro di squadra, ribadisce anche oggi che la ricerca della collaborazione sarà alla base del suo stile di lavoro a Roma: “Il lavoro di squadra – dice – È un metodo efficiente che non intendo abbandonare”.

“MARINO? NON SO SE LO INCONTRERO'”. Ancora non sa se incontrerà l’ex sindaco Marino, ma racconta di aver sentito ieri il presidente del Consiglio, Metteo Renzi, e di aver “manifestato tutto il suo orgoglio” per avere ottenuto la fiducia. Poi racconta la prima reazione quando gli è stato offerto il ruolo di commissario: “Nessun dubbio, non ho avuto tentennamenti, nè ho chiesto un momento per riflettere”, dice senza esitazioni il prefetto di Milano. “Quando arrivano richieste così importanti – prosegue – un prefetto, ma questo vale per tutti i funzionari pubblici, deve semplicemente andare avanti e fare il proprio. Questo è senso di responsabilità e senso dello Stato”.

IL RAPPORTO CON GABRIELLI. Il suo approccio al lavoro è il medesimo da sempre: “Vado a Roma – dice – con lo stesso spirito con cui sono arrivato a Milano pronto ad affrontare il semestre Asem (summit Asia-Ue, ndr) ed Expo”. E se non è sicuro un incontro con il suo predecessore in Campidoglio, di certo il neo commissario capitolino vedrà nelle prossime ore il prefetto di Roma, Franco Gabrielli del quale racconta: “Quando lui era capo dipartimento della protezione civile, io ero capo dipartimento dei vigili del fuoco…più amicizia di così”.

MARINO IN CAMPIDOGLIO. Mentre il prossimo inquilino del Campidoglio si prepara a traslocare a Roma, all’ex sindaco Ignazio Marino non resta che il disbrigo degli affari correnti prima di lasciare gli uffici di Palazzo senatorio. Stamane l’ex sindaco ha percorso a piedi le poche centinaia di metri che separano la sua abitazione in via di Santa Chiara dalla sede del Comune. Ha lavorato qualche ora in ufficio prima di uscire, di nuovo a piedi, e concedersi una passeggiata nel centro della capitale, con tanto di gelato gustato a due passi da piazza del Pantheon. Dopo la conferenza stampa al veleno di ieri, nella quale ha accusato il Pd, e in particolare Matteo Renzi, di essere il ‘mandante’ del suo ‘accoltellamento’ Marino oggi ha scambiato solo poche parole con i giornalisti che lo seguivano. A passo svelto ha percorso le vie del centro storico tra qualche passante che gli ha urlato “Vattene!” e altri che l’hanno avvicinato per dirgli: “Siamo con te”.

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