Roma, 29 ott. (LaPresse) – Il sindaco Marino ha deciso: ha ritirato le dimissioni date lo scorso 12 ottobre. Il primo cittadino di Roma ha firmato una lettera in cui ha comunicato la decisione. E ora lo scenario si complica. Dopo la decisione molti assessori hanno lasciato e, già dal pomeriggio, era arrivato l’ultimatum del Pd romano: dopo l’incontro di questo pomeriggio tra il commissario del Pd romano Matteo Orfini e i consiglieri dem, gli stessi consiglieri del Pd che avevano avertito che, in caso di ritiro delle dimissioni, avrebbero lasciato subito il loro incarico. E così ha già fatto il vicesindaco Marco Causi che si è dimesso: “Ho appena consegnato la mia lettera di dimissioni dall’incarico di vicesindaco di Roma Capitale. L’assessore a Roma Produttiva Marta Leonori, invece, vuole le dimissioni solo dopo il confronto nell’aula dell’Assemblea capitolina. Lo comunica lo staff della responsabile del Commercio a Roma.
INIZIATA LA GIUNTA. Iniziata poco dopo le 20, in Campidoglio, la riunione di giunta presieduta dal sindaco Ignazio Marino. Sono assenti tre degli assessori dimissionari: Marco Causi, vicesindaco con delega al Bilancio, Luigina Di Liegro, assessore al Turismo e dialogo inter religioso, Stefano Esposito, assessore ai Trasporti.
MARINO: PRONTO A CONFRONTARMI CON MAGGIORANZA. “Ritengo che ci sia un luogo che è sacro per la democrazia che è l’aula, che è il parlamento del consiglio comunale. Sono pronto a confrontarmi con la mia maggioranza, a illustrare quanto fatto, le cose positive, gli errori, la visione del futuro, ma quello è il luogo della democrazia” ha commentato a caldo Ignazio Marino uscendo dal Campidoglio dopo aver ritirato le dimissioni. “Questa sera parlerò come è assolutamente giusto con la presidente Baio. E illustrerò, oltre a consegnarle la lettera, la mia intenzione di avere una discussione aperta, franca e trasparente nell’aula di Giulio Cesare” ha aggiunto il sindaco romano.
RIUNIONE PD AL NAZARENO: Alla sede del Partito democratico, al Largo del Nazareno a Roma, la riunione tra Matteo Orfini e i consiglieri Pd in Campidoglio va per le lunghe. Iniziata alle 14, la riunione dovrebbe definire la linea da adottare dopo il ritiro delle dimissioni del sindaco Ignazio Marino. Si é parlato di dimissioni colletive, ma evidentemente non tutti sembrano d’accordo, e si parla ormai da ore. Poco prima delle 20 sono arrivati i cartoni di una decina di pizze per asporto per gli esponenti dem: la conclusione della riunione non sembra vicina.
ESPOSITO E ROSSI DORIA LASCIANO . “Ho protocollato le mie dimissioni 3 minuti dopo avere letto la nota del Campidoglio” in cui si informava che Ignazio Marino ha ritirato le dimissioni da sindaco di Roma. Lo ha detto a LaPresse Stefano Esposito, assessore ai Trasporti dimissionario del Campidoglio. Anche l’assessore alla Scuola Marco Rossi Doria ha deciso di lasciare dopo che il sindaco Ignazio Marino ha ritirato le dimissioni. “Torno alla mia scuola e al mio lavoro”, ha detto. Prima di lui si sono dimessi l’assessore ai Trasporti, Stefano Esposito, il vicesindaco, Marco Causi, l’assessore Di Liegro e il responsabile alla Legalità, Alfonso Sabella. Sul punto di dimettersi anche gli assessori Pucci e Marinelli.
CONSIGLIERI SEL NON SI DIMETTONO. “Adesso aspettiamo che Marino venga in Consiglio, faccia la sua proposta e spieghi le ragioni per cui ha ritirato le dimissioni. I consiglieri comunali di Sel non si dimettono. C’e’ una crisi politica e amministrativa in corso nella Capitale, la citta’ di Roma vive emergenze quotidiane. Ascolteremo il sindaco e valuteremo”. Così il segretario romano di Sinistra Ecologia Liberta’, Paolo Cento. “Il Pd fara’ le sue scelte, noi continuiamo a dire anche al Pd – conclude Cento – con cui abbiamo condiviso questa esperienza, che sono incomprensibili le ragioni per cui non si voglia fare il dibattito pubblico dimettendosi prima”.
PD NAZIONALE E PD ROMANO. E mentre Marino continua a ripetere che “La questione principale non è Ignazio Marino ma Roma. Ignazio Marino non ha assolutamente nulla né da chiedere né da negoziare con nessuno” a criticare la scelta ci pensano i deputati Pd, a partire da Emanuele Fiano: Ora “mi aspetto che i consiglieri comunali del Pd si dimettano perché questa è la scelta che si sta elaborando nella sede nazionale del partito. L’opinione del Pd nazionale e romano è che l’esperienza del sindaco Marino a Roma sia conclusa”. “La cosa migliore per tutti noi sarebbe che Marino non cambiasse idea e le dimissioni non le ritirasse – avevano affermato -. Perché se davvero Marino cambiasse idea la questione Campidoglio metterebbe in grande difficoltà il partito, che si troverebbe a dover prendere decisioni in Consiglio comunale senza avere i numeri per farlo da solo.
BRUNETTA ALL’ATTACCO. “Mentre a Roma regna il caos continua la guerra Pd sulla pelle dei cittadini. Marino-Orfini-Renzi irresponsabili. Crisi in Aula e poi elezioni”.Così su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.
Mentre a Roma regna il caos continua la guerra Pd sulla pelle dei cittadini. Marino-Orfini-Renzi irresponsabili.Crisi in Aula e poi elezioni
— Renato Brunetta (@renatobrunetta) 29 Ottobre 2015
GLI SCENARI. E ora lo scenario che si apre è quello della di una mozioni di sfiducia. Per arrivare alla maggioranza assoluta, di voti ne servono 25, sia che si voglia far decadere il Consiglio comunale, sia che si voglia far approvare una mozione di sfiducia. E visto che Sel e Movimento 5 stelle non sono affatto intenzionati a dare una mano al Pd, almeno una parte dei numeri necessari per mandare a casa Ignazio Marino bisognerebbe cercarla nei partiti di centrodestra. “Una mozione di sfiducia o una richiesta di dimissioni in blocco, insieme ai consiglieri di opposizione, senza dubbio creerebbe un problema politico”, si dice nel gruppo Pd mentre ci si prepara all’incontro al Nazzareno. “Già siamo quelli che hanno mandato via il sindaco che combatteva i poteri forti – sottolinea chi nel Pd ha annunciato che non vorrebbe dimettersi -. Non penso siano così matti da farci votare con Alemanno”.
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