di Elisabetta Graziani
Roma, 16 ott. (LaPresse) – Silvio Berlusconi riscende in campo e lo fa con un programma che è un mix tra credo renziano e cinquestelle. Meno tasse, ma anche una specie di reddito di cittadinanza; innalzamento a 8mila euro del tetto massimo per il pagamento in contanti, ma anche pensione per le mamme casalinghe; euro sì, ma affiancato dalla lira. E’ il credo della nuova Forza Italia ibrida che il presidente illustra alla platea di amministratori locali all’Eur di Roma. A 79 anni sembra quello di vent’anni fa, con gag e gaffe che, grazie al recente silenzio televisivo, paiono come nuove. Alla signora del pubblico che gli dichiara il suo amore (“Sono innamorata del suo cervello, come lei c’era solo à buon’anima”), Silvio pronto si toglie la giacca e risponde: “Venga qua che la faccio innamorare anche del mio fisico”.
Quindi dà del copione a Matteo Renzi e spiega il suo rapporto con le donne: “Faccio ancora la corte perché considero un atto di generosità fare un complimento agli altri”, ammettendo che anche a 80 anni continua a essere “toccato dalla grazia femminile“. A una signora più che ottuagenaria chiede di votarlo e di farlo votare dai suoi conoscenti, precisando: “Non saranno mica tutti morti”. Siparietto anche con la senatrice Mariarosaria Rossi, che si rifiuta di partecipare alla gag dove lui la invita a fargli da controparte. Lei dice no e resta seduta in platea. “E’ finito un rapporto di amicizia”, commenta l’ex Cavaliere col sorriso, ma non troppo.
Al di là di motteggi e scherzi, Berlusconi torna all’attacco del ‘nemico’ politico, Matteo Renzi. L’ex alleato del patto del Nazareno gli ha copiato le misure previste nella legge di stabilità, “ma copia, ma sempre un po’ male”. Poi snocciola l’elenco: il ponte sullo Stretto di Messina, l’eliminazione della tassa sulla prima casa, l’innalzamento del tetto massimo di spesa in contanti. Tutti provvedimenti che anche il suo governo aveva in programma, ma non ha mai realizzato, complici l’opposizione di sinistra in Parlamento e la magistratura. “Copione” però è dir poco, Renzi per Berlusconi è anche “un signore con pulsioni autoritarie” da fermare. L’attuale premier “si è portato a segretario di un partito attraverso primarie truccate e si è autocatapultato a Chigi”, modificando legge elettorale e Costituzione: “dobbiamo fermarlo”, arringa la folla.
Ma oltre al Berlusconi mattatore e all’oppositore, c’è un nuovo personaggio che emerge tra le righe: è quello che riassume, proprio come Renzi, la sua agenda di governo attorno a “tre punti col segno più e tre col segno meno”; è il Berlusconi del “Documento della verità”, con gli impegni per il futuro; è l’uomo degli slogan in inglese alla Renzi: “Forza Italia number one”; è il Berlusconi che proprio come l’attuale presidente del Consiglio ammette “mi hanno sconsigliato di dirlo”, ma poi lo dice lo stesso (in questo caso il leader azzurro si paragona a Gesù: entrambi avrebbero subito un processo politico).
Chi ha copiato chi? Nella comunicazione, senz’altro il cavaliere cronologicamente è arrivato prima. Ma nei contenuti sembra che la Forza Italia del futuro si appresti a essere un mix tra le politiche liberiste del Pd renziano e quelle più populiste delle forze di opposizione, soprattutto del Movimento 5 Stelle, da cui mutua il reddito minimo per tutti e il ritorno alla lira (affiancata però all’euro). Forza Italia vuole diventare il polo forte del futuro centrodestra, alleata della Lega (“Salvini è un campione, ma non tutti condividono le sue idee”) e allo stesso tempo a Fratelli d’Italia. Ce la farà questa nuova Forza Italia ibrida a riprendere quota? Risponde lo stesso ex Cavaliere: “basta che io torni in televisione”. Un cerchio che si chiude: le tv che hanno fatto la sua fortuna e che ultimamente lo hanno snobbato possono tornare a far vincere Forza Italia.
L’orizzonte è quello delle politiche del 2018 per riconquistare il partito degli astensionisti fatto, secondo lui, per la maggioranza da moderati, forse sottovalutando la fetta sempre maggiore di ‘scontenti’ di sinistra. C’è tempo due anni (quindi il governo Renzi deve continuare): ora Berlusconi è tornato e ha appena iniziato la sua “crociata per la democrazia” o, che dir si voglia, una “catena di sant’Antonio per la libertà”: vale a dire la riconquista di Chigi.
Per il futuro ecco i nomi dei fedelissimi: Maurizio Gasparri, Altero Matteoli e Renato Brunetta, “il miglior economista in 21 anni di governo”. Non cita Nunzia De Girolamo che però è presente e si fa fotografare insieme a lui, né Maria Stella Gelmini, che dovrebbe diventare la nuova coordinatrice del partito per l’area Nord. Mezza squadra è pronta, manca soltanto l’altra metà. Berlusconi assicura: da Forza Italia “se ne è andato via il 50% dei mestieranti della politica, e meno male; oggi c’è spazio per i nuovi, il 60% dei posti si è liberato”.