Legge di Stabilità, a Capri parlano i giovani di Confindustria: Non basta

di Maria Elena Ribezzo

Capri (Na), 16 ott. (LaPresse) – Una misura che non basta. Non bastano i soldi stanziati per il Sud, non basta tagliare le tasse su ville e castelli: si devono abbassare piuttosto su chi investe, chi produce, chi lavora, chi fa impresa.

I giovani di Confindustria non sembrano del tutto soddisfatti della legge di stabilità appena approvata: “Decidere quali imposte abbassare è solo una scelta politica – ha detto il presidente Marco Gay dal palco di ‘Patrimonio Italia’, una due giorni di confronto a Capri oggi e domani -. Noi siamo convinti che la priorità sia abbassare le tasse sul lavoro e sulle aziende, da subito, dal 2016. Il Governo invece ha deciso di alleggerire quelle su 45mila ville e castelli”.

Le imprese, insomma, lamentano i giovani imprenditori, non trovano credito. “Paghiamo 65 euro di tasse ogni 100 di guadagni. E i lavoratori quasi 50”. All’Italia, ha detto Gay, “ora più che mai serve una visione da statista, non da politico”.

Invece, il presidente ‘senior’ di Confindustria Giorgio Squinzi ieri era apparso molto più ‘allineato’ alla politica di Governo: “Nella legge ci sono elementi positivi che corrispondono al massimo che si possa fare nell’attuale situazione”, aveva commentato, “anche sulla base di una spending review che è un po’ inferiore alle previsioni. Inoltre, alcune nostre richieste sono state accolte, come gli ammortamenti al 140% per nuovi investimenti”.

Pure sui fondi da stanziare al Sud i giovani storcono il naso: le misure pesano per 150 milioni, su una finanziaria che vale quasi 30 miliardi. Poco, pochissimo, “quasi inutili”.

“Chiediamo un progetto di politica industriale da due anni – ha dichiarato animosamente Gay -, chiediamo di coinvolgere nella progettazione chi al Sud lavora e fa impresa, non solo le amministrazioni pubbliche. Leggiamo invece che il ‘Master Plan’ per il Sud sarebbe un insieme di misure che, in tutto, valgono 150 milioni quest’anno. Che non ci sono il credito d’imposta per i nuovi investimenti e ampliamenti, quello per la ricerca, i contratti di sviluppo, come invece ci aspettavamo. Così è troppo poco. Così è quasi inutile”.

Il punto però, per il Governo, non è lo stanziamento di fondi. Ma sburocratizzare e ristabilire legalità e sicurezza. A dirlo è lo stesso ministro dell’Interno Angelino Alfano, invitato a intervenire.

“Abbiamo tonnellate di alberi tagliati per produrre miliardi di pagine scritte per affrontare i problemi del Mezzogiorno – ha detto dal palco -. Il primo vero pilastro per il piano Sud, però, è la legalità. Questo è il mio vero chiodo fisso”. E rivolgendosi al sindaco di Casal di Principe gli ha assicurato appoggio nella lotta all’illegalità: “Non ti rassegnare, perché in me hai trovato un alleato”.

Altra priorità, per il ministro, è liberarsi dai lacci burocratici: “Nel momento in cui questo non è avvenuto per decenni, il Sud ha pagato” ha dichiarato a margine, dicendosi pronto a fare ripartire l’edilizia dal ponte sullo Stretto di Messina: “C’è chi dice che il ponte non si debba fare perché si deve fare ‘ben altro’. Con questo ‘ben altro’ che si attende, non si fa un né il ‘ben altro’ né il ponte sullo Stretto”.

E ha difeso la legge di stabilità con le unghie: “E’ una manovra scritta con la mano destra – ha spiegato -, una legge che rispecchia gran parte del nostro programma: tasse sulla prima casa eliminate per tutti, grande sostegno all’aumento dei consumi con l’aumento dell’uso dei contanti da mille a tremila euro, aiuti alle famiglie”.

Sull’aiuto alle famiglia, ha speso una parola particolare per i cento milioni stanziati per il ‘Dopo di noi’, misura che sostiene le famiglie che hanno in casa portatori di handicap: “Queste famiglie hanno un’angoscia enorme nel cuore sul ‘dopo’, su cosa accadrà quando i genitori non ci saranno più”.

La legalità però sia accompagnata dalla giustizia, ha avvertito al convegno il presidente della Cei Nunzio Galantino, invocando “intelligenza e sanità interiore” per il legislatore: “Sento parlare troppo di legalità e poco di legalità come strada della giustizia: ci sono leggi che non ci permettono di lavorare per il bene comune. Ci sono persone che rubano rispettando la legge e sono fuori dalle sbarre. Il numero abnorme e la complessità delle leggi fa il gioco dei furbi”.