Varata legge di stabilità, Renzi: Buone notizie, abbassiamo le tasse, nel 2016 calerà debito/pil

di Elisabetta Graziani

Roma, 15 ott. (LaPresse) – “Tasse giù e Italia con il segno più“. Questo lo slogan con cui il premier Matteo Renzi presenta la sua seconda Legge di stabilità in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. Alla sua destra, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Venticinque tweet per spiegare le “molte buone notizie” contenute nel provvedimento perché quest’anno, secondo il premier, “si scrive Legge di stabilità ma si pronuncia legge di fiducia”.

Ed è proprio la fiducia quella che il presidente del Consiglio vuole ricostruire con i cittadini attraverso uno “shock fiscale” che parte dall’eliminazione dalla tassa sulla prima casa e prosegue “per la prima volta” con una riduzione “sistematica e costante” delle tasse. “Più le tasse vanno giù, più speriamo che l’economia vada su in una visione ‘ninomanfrediana’ dell’economia”, dice il premier di fronte alle telecamere.

Renzi parla a tutti, traduce cifre e numeri in misure concrete, prima di volare a Bruxelles per il Consiglio europeo. La manovra “vale poco meno di 27 miliardi, 30 nella versione accessoriata“, annuncia. E una spending review da 5 miliardi.

Ma le cifre, nel discorso del presidente, si trasformano subito in immagini tangibili. Ecco quindi i fondi per il sociale, per l’Ilva di Taranto e per terminare l’eterna incompiuta Salerno-Reggio Calabria, i mille nuovi ricercatori e i 500 posti per i ‘professionisti della cultura’. Ma anche il rinnovo dei contratti per la pubblica amministrazione, lo statuto dei lavoratori autonomi, le annunciate misure contro la povertà, la Terra dei Fuochi. Sembra una legge bulimica, in realtà non contiene tutto perché non può contenerlo, non perché il premier non voglia. “Non c’è la flessibilità” in uscita per le pensioni, “ma ci sono quattro misure, tra cui la ‘no tax’ area e l’opzione donna”, annuncia Renzi. Il taglio dell’Ires nel 2016 è legato all’ok di Bruxelles alla clausola sui migranti, che vale 3 miliardi. E il canone Rai, sì, finirà in bolletta, ma scenderà a 100 euro nel 2016 e a 95 euro nel 2017 secondo la regola ‘pagare meno, pagare tutti’.

Il premier spiega la sua filosofia di fondo prima di entrare nei meandri di una legge ostica per i non addetti ai lavori. “Fino a qualche anno fa – spiega – il mondo tirava e l’Italia arrancava. Adesso l’Italia è ripartita, ma il mondo non si sente benissimo. Lo slogan di questa legge di stabilità è ‘l’Italia con il segno più’. L’Italia si è ripresa grazie alle riforme.
Ora bisogna consolidare la ripresa”.

“Il nostro destino non è Bruxelles, a New York, a Pechino ma è nelle nostre mani”, recita l’iniezione di fiducia del premier-segretario. E sul rispetto dei dettami comunitari: “C’è una parte tra di noi che ritiene che le regole europee debbano essere rispettate e una parte che vorrebbe applicarle con un pochino più di fantasia. La nostra scelta è di rispettare le regole europee avendo fatto un lavoro gigantesco per cambiarle”. Un messaggio positivo che dovrebbe servire anche a far riprendere l’economia, secondo il credo renziano. Molte le reazioni positive alle parole del premier dalle forze politiche e sociali, come le associazioni dei coltivatori. Unica voce fuori dal coro quella dell’ex Pd Stefano Fassina. “Una manovra berlusconiana per segno elettorale e sociale”, chiosa il deputato e punta il dito sull’innalzamento della soglia per l’utilizzo del contante a 3mila euro, misura che favorirebbe l’evasione. Ma in ambienti renziani non se ne danno troppo peso e dicono sia un po’ come lo stolto che guarda il dito quando il saggio gli indica la luna.