di Laura Carcano e Alessandra Lemme
Roma, 9 ott. (LaPresse) – Trovare un candidato sindaco per Roma Capitale alle prossime elezioni amministrative, nella primavera 2016, sarà per il Partito democratico una bella gatta da pelare. Ma non sarà facile neppure per molte altre forze politiche. Le ipotesi già corrono, nel day after delle dimissioni del sindaco Ignazio Marino.
PD, la VIA delle PRIMARIE – I partecipanti sconfitti alle primarie 2013, come il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, e il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli, non sono più spendibili, visti i loro attuali compiti istituzionali (e ammesso che loro fossero ancora interessati). E pure gli ex di spicco sono carte che pochi pensano si possano giocare: Walter Veltroni si tiene da tempo ben distante dalla politica; e Francesco Rutelli non ha certo dimenticato la batosta subita nel 2008 da Gianni Alemanno.
Ci vuole, dunque, un nome nuovo. E il fallimento di Marino ha accresciuto la sfiducia e il disorientamento di elettori e militanti, già amareggiati dalle vicende di Mafia Capitale: il processo che si aprirà il 5 novembre coinvolge alcuni esponenti del partito, accanto a molte figure di centrodestra. Un’alternativa che non emerge ancora nelle dichiarazioni dei leader potrebbe essere la scelta di una personalità indipendente, come lo fu Carlo Giulio Argan negli Anni Settanta. Di sicuro, trovare un candidato dem che abbia chances di successo non sarà facile. “Comunque vada servono volti nuovi per non ricadere in vecchi schemi”, dice qualcuno tra le fila Pd nell’Assemblea capitolina.
Ma il sindaco che il partito ha appena fatto dimettere aveva proprio queste due qualità: era un ‘marziano’ della politica e aveva rotto, almeno in parte, i vecchi schemi (e, quindi, gli inciuci malsani con il malaffare). E non è andata bene. Anzi, fin dall’inizio Marino, forse proprio per quelle sue due qualità, non era andato bene a una parte consistente del suo partito; e a buona parte dei media romani.
MOVIMENTO CINQUE STELLE – A Marcello De Vito, candidato sindaco nel 2013, non dispiacerebbe affatto ritentare la corsa alle amministrative e lo dice: “Perché non mettere a frutto l’esperienza maturata in questi due anni?”, dichiara, assicurando però che “saranno gli attivisti del Movimento a indicare una persona”, come vuole la prassi dei ‘grillini’. “Questi sono stati per i noi consiglieri due anni importanti, di formazione sul campo, – spiega De Vito, scrollandosi di dosso i dubbi sull’inesperienza, che possono sempre zavorrare una candidatura del M5S-. Abbiamo approfondito tante questioni e problemi dei cittadini romani che sono quelli che vediamo ogni giorno”.
Il candidato del M5S arriverà dalle primarie online, come hanno sottolineato a più riprese anche i parlamentari del Movimento. Per ora non è dato sapere se la rosa di nomi conterrà una qualche personalità nota, o, come due anni fa, sarà composta da prefetti sconosciuti. Resta, però, forte la possibilità che il Movimento, sentendo aria di vittoria -molti sondaggi lo accreditano, in questo momento, come il partito più forte nella capitale-, spenda uno dei suoi ‘big’, cioè una figura più immediatamente riconoscibile dall’opinione pubblica.
LISTA MARCHINI – Alfio Marchini, l’imprenditore già candidato nel 2013, è pronto alla campagna elettorale del 2016 e non è escluso che stavolta riesca ad avere maggiori appoggi politici rispetto a due anni fa. All’epoca non arrivò ai 115mila voti (9,48%) ma nei 28 mesi da consigliere capitolino ha promosso diverse iniziative in città e stretto rapporti con la politica (di centrodestra e centrosinistra).
Secondo Fabrizio Cicchitto, parlamentare del Nuovo centro-destra, in una situazione come quella di Roma “pensare alle contrapposizioni tradizionali centrodestra-centrosinistra significa essere fuori da una realtà in cui le possibilita’ di vittoria per il M5S sono rilevanti indipendentemente dai loro meriti ma per i demeriti di avversari di opposte sponde”. Ergo: “La cosa piu’ intelligente che la parte migliore della politica romana possa fare e’ un investimento su un candidato civico”. Se non è un’investitura a Marchini, le si avvicina parecchio. Per ora l’imprenditore non fa commenti: aspetta, pronto a tornare in campo, magari con alleati importanti.
IL CENTRO-DESTRA – In attesa, bene in evidenza, c’è la leader di FdI, romana doc, Giorgia Meloni, che riceve placet da Forza Italia e Lega, per voce di Renata Polverini e Matteo Salvini, il quale prospetta però la possibilità di un candidato leghista. “La Lega correrà per la prima volta a sindaco di Roma – dice il leader del Carroccio -. Marino ormai era una macchietta. Il problema non è solo Roma, ma anche Milano, Bologna, Napoli. Il problema sono il Pd e i suoi amministratori locali. Io con Marchini non ho mai parlato. La Meloni mi piacerebbe se si candidasse, ma non esiste una sola candidatura”.
A chi gli chiede che sindaco vorrebbe per Roma Salvini risponde: “Qualcuno che ama Roma: non faccio nomi, non mi piacciono le marmellate”. “La Lega c’è e ci sarà anche a Roma perché in tanti ci chiamano – aggiunge – ci saremo magari con un nostro candidato e quando gli altri decideranno che cosa fare ragioneremo insieme”. Lavinia Mennuni, consigliere comunale di FdI, nomi non ne fa. Ma sollecitata sull’ipotesi Meloni, sottolinea il radicamento romano della leader di Fratelli d’Italia, ma aggiunge che sarà lei stessa a decidere se scendere in campo per la poltrona di prima cittadina della capitale. Che non ha mai avuto un sindaco donna.