Roma, tempi lunghi per la mozione di sfiducia: ipotesi dimissioni di massa

Roma, 8 ott. (LaPresse) – Una mozione di sfiducia può essere votata in Consiglio comunale non prima di dieci giorni. Lo stabilisce l’articolo 52 del testo unico sugli enti locali, il decreto 267 del 2000. Se quindi il sindaco di Roma Ignazio Marino decidesse di non dimettersi e il Pd volesse percorrere questa strada, i tempi per arrivare alla sua revoca dalla poltrona più alta del Campidoglio sarebbero di un paio di settimane. Una alternativa per accelerare i tempi potrebbe essere quella delle dimissioni in massa dei consiglieri comunali, il che metterebbe fine alla consiliatura.

“Il sindaco, il presidente della provincia e le rispettive giunte – recita il testo dell’articolo 52 – cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio. La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri assegnati, senza computare a tal fine il sindaco e il presidente della provincia, e viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene approvata, si procede allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario ai sensi dell’articolo 141″.