di Donatella Di Nitto
Roma, 29 set. (LaPresse) – Il presidente del Senato Pietro Grasso pone la prima tagliola sul ddl Boschi per la Riforma costituzionale. “La presidenza è oggettivamente impossibilitata a vagliare nel merito l’abnorme numero di emendamenti se non al prezzo di creare un precedente che consenta di bloccare i lavori parlamentari per un tempo incalcolabile”, pertanto Grasso considera “non inammissibili, ma irricevibili” i 72 milioni di modifiche presentati dalla Lega Nord. Va così in scena ad apertura di seduta, immediatamente dopo la commemorazione di Pietro Ingrao, la prima scrematura della valanga di emendamenti depositati dal senatore leghista Roberto Calderoli.
In tutto quindi, come ha spiegato lo stesso Grasso, “sono rimasti 380 mila emendamenti, al netto del ritiro di quelli sull’articolo 1 e 2, oltre ai 3.500 presentati per iscritto. Questo è il budget di emendamenti di cui dobbiamo discutere”. Non si può certo parlare di una ‘manciata’ di emendamenti, il numero resta comunque alto. Come ha precisato la seconda carica dello Stato, però, “le verifiche sono ancora in corso” e l’ammissibilità sarà fatta “articolo per articolo”. Insomma, questa potrebbe essere solo la prima tagliola. Domani, infatti, quando inizierà il voto degli emendamenti, Grasso dovrà procedere alla valutazione sull’ammissibilità (e non più sulla ricevibilità) delle norme, affrontando anche lo spinoso nodo dell’emendabilità dell’articolo 2 del ddl Boschi.
La mossa del presidente del Senato non è di certo piaciuta al diretto interessato. “Mi dispiace, ma da quest’oggi in aula è vigente il regolamento del Marchese del Grillo: ‘Io sono io e voi non siete un c…'”, ha commentato sarcastico il leghista, scusandosi anche della parola poco consona al luogo. Di tutt’altro avviso il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, che condivide “la decisione del presidente Grasso”, perché negli 85 milioni di emendamenti presentati “l’abnormità era evidente, lo ritengo un attentato ai lavori del Senato”.
Dopo un acceso dibattito, in aula è iniziata l’illustrazione degli emendamenti anche se il Movimento 5 Stelle, Lega e Sel hanno deciso di rinunciare al loro intervento. La seduta fiume annunciata, prevista per circa 10 ore, rischia così di trasformarsi in seduta lampo. Domani alle 15 si comincerà a votare sulle proposte di modifica, dopo che il presidente Grasso si sarà espresso sull’ammissibilità degli emendamenti rimasti, 383.500.
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