Di Donatella Di Nitto
Roma, 26 set. (LaPresse) – La sua presenza ad Atreju è stata in forse fino all’ultimo, ma “avevo fatto una promessa a Giorgia, non potevo mancare”. Silvio Berlusconi torna a Roma dopo una lunga assenza e attesissimo, soprattutto all’indomani dell’emorragia di parlamentari che ha colpito Forza Italia nell’ultima settimana. E l’ex Cav non mostra alcun rimpianto: “Per quelli che se ne vanno: ‘evviva, deo gratias’. Tutti i mestieranti della politica che non fanno politica per passione, come un servizio per lo Stato, finalmente sono scesi da Forza Italia che hanno considerato come un taxi”. Quelli che restano, ha specificato il presidente “sono quelli che hanno iniziato con me nel ’94 e sono in politica per il bene del Paese”.
Una lunga intervista, con Berlusconi in perfetta forma, nella quale l’ex premier mette subito le cose in chiaro rimandando al mittente ogni accusa sulla sua distanza e poca passione per il partito. “Un leader forte? Quando mi guardo allo specchio ne vedo uno…” insomma non c’è da discutere, anche Salvini ” e’ molto utile per noi del centrodestra. Ha portato la Lega dal 4 al 14 per cento: chapeau” ma di investitura da parte sua non se ne parla. Anche sulle primarie Berlusconi frena “sono uno strumento possibile se non c’è un leader carismatico” insomma se c’è da pescare dalle “seconde file allora bisogna fare le primarie e scegliere il migliore”.
Quindi per Berlusconi chi guiderà il centrodestra resta una incognita, se non sarà lui stesso, ma due cose sono certe “che prima o poi un leader uscirà fuori. Renzi è sbucato all’improvviso da sotto un tavolo” e che “Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno piu’ voti del Pd”.
L’ex Cav, che domani parlerà anche FareFuturo sul Garda, iniziativa politica organizzata da Maria Stella Gelmini, assicura che “voglio e devo ritornare a battermi per la democrazia solo quando sarà restituito al pieno splendore dell’innocenza dalla Corte di Strasburgo”. La sua uscita dal Parlamento resta indigesta a Berlusconi che parla di “azioni contro di fuori dalla democrazia”. La sua vicenda rientra nei infatti in cui 4 colpi di Stato di cui Berlusconi non smetterà mai di parlare e che rispolvera a ogni occasione buona. Nel 2011, quando lasciò palazzo Chigi, consegnando le chiavi a Mario Monti, in quell’occasione, dice, tutto avvenne “sotto la regia del presidente Napolitano”.