Torino, 22 set. (LaPresse) – “Dobbiamo provare a mandare in onda la sensazione che non ci troviamo di fronte a una emergenza. Far capire che si tratta di fenomeno di medio lungo periodo è il primo passo. Non è un’emergenza quotidiana”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni intervenendo al dibattito su immigrazione e servizio pubblico al Prix Italia a Torino. “Non solo – ha aggiunto – perché questo fenomeno c’è sempre stato, ma perché le dimensioni di oggi che sono senza precedenti sono destinate a perdurare per un certo periodo”, perché i migranti “non vengono solo” da situazioni “di crisi e di guerra”. “È un fenomeno permanente, instabile – ha detto Gentiloni – in cui sarà sempre più difficile distinguere tra rifugiati politici e migranti economici, una distinzione che resta fondamentale. Ma una distinzione dal punto di vista delle regole non significa che non interpellino entrambi le nostre coscienze e la nostra responsabilità politica”.
UNGHERIA? UNO SCHIAFFO ALL’EUROPA. “Il comportamento del governo ungherese è per noi quasi uno schiaffo in faccia. Per noi che abbiamo creduto all’Europa è anche uno schiaffo a quel paese, perché una tabella di Manpower pubblicata sull’Economist ha dimostrato che ha bisogno dell’immigrazione per via dell’invecchiamento del Paese” ha sottolineato Gentiloni. “Dobbiamo ricordarci – ha aggiunto – che il fenomeno dell’immigrazione può essere anche utile dal punto di vista del mercato del lavoro, di alcune istanze che vengono dai nostri sistemi”. “Il fenomeno dell’immigrazione va gestito senza diffondere né paure né illusioni”.”Chi diffonde paure – ha aggiunto – è pericoloso, ma chi diffonde illusioni non dice la verità. Non esistono né barbari o untori, né enormi piattaforme petrolifere dove costruire lager per i migranti”.
L’immigrazione, ha detto ancora il ministro, è un problema europeo: “Da quel vertice straordinario dopo la tragedia del 18 aprile è nato un percorso con vari passi tutto sommato positivi. Domani c’è un vertice straordinario con le considerazioni che nascono da Merkel: è un peccato che per rendere questa esperienza comune ci sia stato bisogno di certe immagini”.

