di Elisabetta Graziani
Roma, 22 set. (LaPresse) – Sono meno di dieci gli emendamenti al ddl Boschi sui quali la maggioranza sta lavorando in queste ore per trovare una mediazione con la minoranza, dopo l’apertura fatta da Matteo Renzi ieri nella direzione del Pd. A palazzo Madama si apprende che le proposte di modifica dovrebbero essere presentate dai capigruppo di maggioranza Luigi Zanda (Pd), Renato Schifani (Ncd) e Karl Zeller (Autonomie).
Tre i temi principali attorno a cui ruoteranno gli emendamenti: elezione dei senatori, funzioni del nuovo Senato e ruolo di garanzia dei futuri senatori (elezione dei giudici della Corte costituzionale e del Presidente della Repubblica).
L’intesa con la minoranza del Pd dipende da come verranno scritti gli emendamenti stessi. L’ipotesi più accreditata finora è quella di un listino dove gli elettori potranno scegliere i futuri rappresentanti al Senato al momento delle elezioni regionali. Si parla di “designazione” o di “indicazione” dei nuovi senatori, ma in base ai termini utilizzati muta la modalità dell’elezione stessa.
Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza hanno chiesto che al Consiglio regionale spetti soltanto un ruolo di ratifica delle scelte dei cittadini, mentre il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini ha chiarito che l’elezione sarà comunque indiretta. All’accordo sul testo sta lavorando tutta la maggioranza e anche il governo con il sottosegretario Luciano Pizzetti e il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.
I contatti ci sono anche con l’opposizione, secondo quanto conferma Roberto Calderoli. “Un approccio della maggioranza? Si c’è, poi vedremo”, dice il senatore leghista che precisa come ci sia tempo fino a domattina alle 9 per presentare gli emendamenti, lasciando intendere che potranno essere pochi come milioni.
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