Erfurt (Germania), 21 set. (LaPresse) – Sergio Mattarella avverte l’Ungheria che “la chiusura delle frontiere” “il filo spinato” sono “soluzioni illusorie”, e richiama la coesione e la compattezza dell’Europa perché “i fenomeni migratori possono essere governati e regolati. Ma non possono farlo i singoli paesi da soli. Serve l’Unione europea nel suo complesso”.
In un clima disteso volto al dialogo e al confronto tranne qualche “diversità di accenti” da parte dei paesi baltici, si è svolto l’undicesimo incontro del Gruppo “Arraiolos”, che ha preso il nome dal villaggio portoghese dove si tenne il primo incontro nel 2003, che oggi è tornato a riunirsi nello splendido scenario del castello di Wartburg, nella Turingia tedesca. Tema della giornata ‘Il rafforzamento della coesione in Europa’ che non poteva escludere dai lavori la crisi dei flussi migratori, un fenomeno che Mattarella ha ribadito essere “di dimensioni immense”.
Prima volta per il nostro presidente della Repubblica, che come capo di Stato della nazione più lungamente colpita dagli sbarchi, ha condiviso con i suoi 11 omologhi la posizione del nostro Paese. Al tavolo di lavoro, che proseguirà anche domani, ma nella cittadina di Erfurt, oltre a Mattarella e il padrone di casa, il presidente tedesco Joachin Gauck, anche Bulgaria, Estonia, Finlandia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo e Slovenia. Efficace, riferiscono dalla riunione, in una discussione che si è protratta per l’intero pomeriggio l’intervento della presidente di Malta Marie Louise Coleiro Preca: “Per anni avete lasciato soli Italia, Grecia e Malta. Ora scoprite che c’è la questione migranti”.
Una questione che necessita, e su questo punto si è registrato tra Mattarella e Gauck un “forte feeling”, “non solo regole comuni ma anche azioni comuni su tutti gli aspetti: salvataggio, registrazione, accoglienza, rimpatri eventuali”. Secondo l’inquilino del Quirinale infatti “bisogna battere le paure. Non si possono affrontare i problemi con gli strumenti del passato” perché siamo di fronte a “fenomeni epocali” che vanno “affrontati con scelte lungimiranti” e per far questo “i prossimi Consigli europei sono chiamati a prendere decisioni forti”. Mattarella è poi tornato su quello che lui stesso considera il vero pericolo: il terrorismo “quello fondamentalista che minaccia la nostra cultura e la nostra sicurezza” e non “i migranti”. La strada da percorrere infatti, sottolinea il capo dello Stato non “è solo sul piano militare ma anche su quello culturale, dimostrando con l’esempio che la libertà e la democrazia sono superiori all’odio e alla violenza”.
Importate in questo contesto il faccia a faccia che domani Mattarella avrà a margine della riunione con il presidente della Polonia, Andrzej Duda, meno rigido che in passato sulla questione dell’accoglienza dei profughi, ma non ancora completamente. Nel corso della prima sessione di lavoro si è poi confermata la condivisione di intenti tra Mattarella e Gauck, con il presidente tedesco che ha ribadito sul tema degli immigrati che bisogna “lavorare gomito a gomito, i problemi si risolvono insieme”.

