Roma, 19 set. (LaPresse) – Continuano le polemiche dopo l’approvazione da parte del Governo del decreto legge che fa rientrare Colosseo e Fori Imperiali tra i servizi pubblici essenziali mettendoli di fatto al pari con gli ospedali. Un botta e risposta tra Stato e sindacalisti che continua da ieri, dopo l’assemblea autorizzata dei dipendenti che ha lasciato chiusi per tre ore i siti archeologici più importanti di Roma (dal Colosseo ai Fori alle Terme di Diocleziano). Franceschini si infuria, Renzi attacca i sindacati: “Non si sono accorti che la musica è cambiata, Uk decreto legge inserisce i Musei nei servizi pubblici essenziali. Certe scene non potranno più accadere. Certo, ci sono alcuni sindacalisti che pensano ancora di poter prendere in ostaggio la cultura e la bellezza dell’Italia. Non hanno capito che la musica è cambiata. Non gliela daremo vinta, mai. E il decreto legge lo dimostra in modo inequivocabile”.

Difesa delle opere italiane che arriva anche dal ministro Franceschini: “Le chiusure creano solo disagi a cittadini e turisti e un danno enorme all’immagine del Paese. Servono regole nuove”. E’ il commento, rilasciato al Messaggero, del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, a proposito delle chiusure dei luoghi della cultura dopo il caso Colosseo e la decisione del governo di inserire i musei tra i servizi essenziali. “È una norma di cui si parla da tempo – spiega -, non da ultimo è stata sollecitata dall’Autorità garante per gli scioperi. Nella legge 146 sugli scioperi c’è già il riferimento alla tutela dei beni storico-artistici, ma non prevede l’altro punto chiave, cioè la garanzia dell’apertura del bene. Mettere ora musei e luoghi della cultura sullo stesso piano di scuole, treni, ospedali è un passaggio logico”. “Col nostro decreto legge si potrà scioperare, ma con le regole previste per i servizi pubblici essenziali”, ha aggiunto Franceschini, “nessuno vuole toccare il diritto dell’assemblea sindacale, solo viene regolamentato come nelle scuole e negli ospedali”.

“Si tratta di buon senso – afferma Franceschini – e non di attacco. Si possono fare assemblee e scioperi ma in modo da garantire comunque l’apertura del luogo ed evitando che si creino disagi per il pubblico. È intollerabile che un cittadino non possa entrare in un museo”.

Franceschini aggiunge: “Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell’azione di governo, proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l’attenzione del mondo sull’Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo, ha fatto restare i turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo. Un danno enorme per l’Italia. “Per questo – spiega – abbiamo approvato in consiglio dei ministri un decreto legge che introduce una modifica legislativa che chiarisce che l’apertura al pubblico dei musei e della cultura rientra tra i servizi pubblici essenziali. Una norma di cui si discute da tempo e che è stata sollecitata anche dal garante degli scioperi. Nessun limite o attacco ai diritti dei lavoratori, dunque, ma regole chiare che già esistono per altri settori (dalla scuola, ai trasporti, alla sanità) per esercitare il legittimo diritto di fare sciopero e assemblee e che riconoscono finalmente il diritto dei cittadini alla fruizione del patrimonio culturale”.

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