di Giampiero Gramaglia e Fabio Grandinetti

Roma, 18 set. (LaPresse) – “Noi siamo l’Europa e abbiamo il dovere di accogliere le popolazioni che non hanno avuto la fortuna di nascere nel nostro continente”. Con le parole del proprio segretario generale, Carla Rey, l’Aiccre, l’Associazione italiana del Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa, assume una posizione decisa sul tema dell’immigrazione. “La nostra Associazione – ricorda la Rey, in un’intervista a LaPresse – si fonda sui valori della cooperazione e della solidarietà. Non dobbiamo solo pensare al primo intervento, ma dobbiamo lavorare per l’integrazione di questi popoli, per garantire loro i diritti e la qualità della vita che abbiamo acquisito in Europa. Non può esistere un vuoto nelle politiche dell’accoglienza a livello europeo. Vogliamo che l’uomo venga riportato al centro della società”.

L’Aiccre, sezione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (Ccre), vuole tornare a rappresentare gli enti locali a Bruxelles e diventare un punto di riferimento nella politica europea e nazionale.

Un primo passo del nuovo corso dell’Associazione, di cui la Rey ha assunto la segreteria da pochi mesi, sarà l’evento “Dalle autonome comunità a misura umana agli Stati Uniti d’Europa“, il 21 settembre nella nuova aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari a Roma: un’occasione per un tributo all’azione del fondatore Umberto Serafini e per un rilancio del dibattito sul progetto federale di Stati Uniti d’Europa. “Il seminario non è solo un momento di ricordo – spiega il segretario generale -, ma è anche un racconto del presente e una visione del futuro. L’Europa si costruisce dal basso, dai cittadini, dalle istituzioni a loro più vicine, dai comuni, dalle province e dalle regioni. E il futuro dell’Unione dipende anche dal coinvolgimento dei giovani“. All’evento di lunedì parteciperanno 160 studenti provenienti da tutta Italia: “La loro presenza è stata fortemente voluta”.

Gli atti del seminario saranno il primo passo per la realizzazione di un documento che raccoglierà priorità e obiettivi degli enti locali verso l’Europa del 2030: il Ccre lo consegnerà nel 2016 a Commissione e Parlamento europei. “Sono convinta che il mancato coinvolgimento degli enti locali nel processo europeo sia parte del fenomeno di disaffezione verso l’Europa – afferma la Rey -. Se riuscissimo a coinvolgere di più le persone nelle tematiche europee e a non rappresentare solo questa Europa ‘doganale’, come la definiva Serafini, monetaria e dei tecnocrati, ma a parlare di cittadinanza europea, democrazia, libertà, sono convinta che di Europa tornerebbero a parlare anche i cittadini”.

Per portare a Bruxelles la voce degli enti locali e per aiutare le regioni, le province e i comuni, specie i più piccoli, a comprendere e a cogliere le opportunità dei programmi europei, l’Aiccre vuole moltiplicare i servizi offerti alle amministrazioni che aderiscono all’Associazione. “Le risorse europee sono molte – riconosce il segretario generale -, ma a volte non le utilizziamo bene. Faremo tutto il possibile per fornire le nostre competenze professionali e per formare i nostri amministratori locali, anche con un master in europrogettazione. Stiamo aiutando i comuni ad attuare il programma ‘Europa per i cittadini’, che consente di ricevere fondi europei per iniziative come i gemellaggi e altre attività di cooperazione territoriale. Spesso i programmi europei non sono alla portata dei piccoli comuni o prevedono l’esclusione di realtà non particolarmente strutturate, senza esperienza in europrogettazione. Ecco perché offriamo agli enti locali i nostri servizi”.

Il prossimo congresso dell’Aiccre si celebrerà nel marzo del 2016. Di lì a poco, ci sarà il congresso del Ccre. “È mia intenzione – dice la Rey – cercare di ottenere una forte rappresentanza della sezione italiana: un presidente rappresentativo e conosciuto all’estero, che possa diventare co-presidente del Ccre”.

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