di Donatella Di Nitto
Roma, 17 set. (LaPresse) – Con l’avvio nell’aula del Senato della discussione generale sul disegno di legge di Riforma costituzionale parte anche la conta dei senatori pro e contro il ddl Boschi. Oggi c’è stato il primo voto vero sul provvedimento, quello sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni.
Alla ripresa dei lavori pomeridiani infatti l’Assemblea di Palazzo Madama ha bocciato con 171 voti contrari per alzata di mano le proposte di Forza Italia, Lega Nord, Sel e M5S. A seguire anche la sospensiva di ritorno in commissione del ddl Boschi del senatore azzurro Lucio Malan è stata rimandata al mittente. In questa votazione la maggioranza ha ribadito quindi la sua tenuta dopo il risultato positivo incassato ieri sulla conferma del caledario.
Ieri sera l’assemblea ha dato, infatti, il via libera al timing dei lavori sul ddl proposto dalla conferenza dei capigruppo, un voto, specificano fonti di governo che è stato “sicuramente politico, ma non indicativo su cosa accadrà quando si andrà a votare il provvedimento”.
Dopo una giornata convulsa e ricca di colpi di scena, infatti, la maggioranza ha portato a casa 173 voti, su un quorum di 161, dimostrando così compattezza anche nelle fila del Partito democratico, con i dissidenti che non hanno fatto mancare le proprie preferenze. Saldo anche il fronte del Nuovo centrodestra, a dispetto delle voci che volevano senatori in uscita perché contrari all’appoggio all’esecutivo.
Tutto liscio quindi fino a questo momento, anche se la partita ora non è in aula ma nei corridoi di Palazzo Madama. L’esecutivo continua a dire che alla prova del voto i numeri ci saranno perché, spiegano fonti interne alla maggioranza, “i dissidenti rimasti sono al massimo 16”: gli altri voteranno a favore del ddl Boschi perchè, spiegano, sono gli stessi che “era pronti a sottoscrive l’accordo” prima che il tavolo saltasse.
I senatori mancanti per raggiungere l’obiettivo dell’approvazione saranno rimpiazzati dai verdiniani che hanno confermato non solo l’appoggio al provvedimento ma anche la fiducia al governo. A questi si aggiungono i senatori ex Lega, oggi seguaci di Flavio Tosi e riuniti nel gruppo ‘Fare!’ che hanno dato il loro appoggio ma non incondizionato.