Roma, 17 set. (LaPresse) – L’Aula del Senato con 171 voti contrari respinge le questioni pregiudiziali presentate dalle opposizioni al ddl di riforma costituzionale, che limita i poteri di palazzo Madama e riduce il numeri dei componenti a 100 non elettivi. Le pregiudiziali erano state presentate da Forza Italia, M5S, Sel e Lega. La votazione è avvenuta per alzata di mano. Ora si procede alla discussione generale che proseguirà anche venerdì e martedì, fino a mercoledì prossimo quando scade il termine per gli emendamenti. L’assemblea ha respinto anche la questione sospensiva presentata dal senatore FI Lucio Malan che chiedeva il ritorno del ddl in commissione.

Intanto il M5S abbandona a tempo indefinito la commissione Affari Costituzionali del Senato, che di fatto è stata commissariata ed esautorata dal Governo per la seconda volta in pochi mesi. Prima il blitz sulla legge elettorale, ieri quello sulla Costituzione”. Lo affermano in una nota congiunta i senatori del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, Nicola Morra e Giovanni Endrizzi, membri della commissione Affari Costituzionali del Senato.

“L’ultimo nostro atto – proseguono – è stato il deposito della pregiudiziale d’incostituzionalità sulla famigerata legge Boccadutri che regala decine di milioni di euro di rimborsi elettorali ai partiti senza i controlli previsti dalle norme vigenti.Pregiudiziale scandalosamente bocciata dai partiti”.

Intanto polemiche in aula al Senato nel giorno in cui il ddl Boschi è arrivato a Palazzo Madama.. Le opposizioni contestano la decisione di procedere con il disegno di legge sulle riforme, in attesa del parere della commissione Bilancio sulle missioni internazionali, che pure era all’ordine del giorno della seduta. Per questo la Lega ha chiesto una capigruppo, al termine della quale il presidente Pietro Grasso ha confermato l’intenzione di andare avanti: “Non appena ci sarà il parere della quinta commissione – ha spiegato – valuteremo se la conferenza dei capigruppo vorrà affrontare, anche durante l’esame di altri provvedimenti, questo disegno di legge”.

“Se il presidente del Senato riaprirà la questione dell’articolo 2 ascolteremo le motivazioni e decideremo di conseguenza”. Così il premier Matteo Renzi nel corso di una conferenza stampa congiunta con Xavier Bettel, primo ministro del Lussemburgo, presidente di turno dell’Ue, a palazzo Chigi. “Abbiamo detto che si può cambiare idea rispetto a una doppia lettura conforme soltanto se si è tutti d’accordo. Tra una settimana vediamo, andiamo in aula” ha aggiunto Renzi (leggi la scheda di approfondimento a cura di Fabio De Ponte) .

Dopo una pausa Grasso ha ribadito la decisione di andare avanti: “Proseguiamo con la riforma costituzionale. Non c’è alcuna variazione del calendario” ha detto il presidente, riprendendo i lavori in aula.

CALDEROLI: PRESUPPOSTI PER RITORNO FASCISMO. “Stiamo creando il presupposto per un possibile ritorno del fascismo”. Lo ha detto il senatore della Lega Roberto Calderoli, intervenendo in aula al Senato parlando dell’effetto combinato della riforma costituzionale in esame e della legge elettorale già approvata.

CONTESTAZIONE DA SEL. Una contestazione è arrivata dalla capogruppo di Sel Loredana De Petris: “Il provvedimento – ha detto – scomparirà dal calendario. Di fatto è un cambiamento surrettizio del calendario“. “Non c’è alcuna modifica del calendario”, ha ribattuto Grasso. Un vocìo si è alzato in aula, al che Grasso ha ribattuto: “Cos’è? Un coro?”. Dopo uno scambio di battute con la Lega, e un intervento della presidente della presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro a difesa dell’iter, De Petris ha ribattuto: “E’ l’ennesima evidente forzatura”.

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