Renzi: Senato non è passacarte, mediare ma articolo 2 della riforma non si tocca

Roma, 8 set. (LaPresse) – Una riunione come altre, secondo il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi; l’ultimo tentativo di unire il Pd prima che la riforma costituzionale del Senato arrivi in aula, secondo altre voci del Pd. La assemblea del gruppo Pd al Senato è stata più che una semplice occasione di confronto tra maggioranza e minoranza dem, non a caso vi hanno partecipato il premier-segretario Matteo Renzi e la ministra Boschi.

Renzi ha chiarito che l’articolo 2 del disegno di legge di riforma del Senato “non si tocca o si ricomincia tutto daccapo”. Una posizione confermata anche dalla relatrice del provvedimento Anna Finocchiaro. La senatrice, dopo l’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali, ha aperto alla revisione delle funzioni del Senato – definite “amputate” dalle modifiche al testo apportate alla Camera – ma ha blindato le parti del disegno di legge Boschi già approvate identiche da entrambi i rami del Parlamento. Leggi: l’articolo 2, considerato architrave del provvedimento.

Le “soluzioni tecniche ci sono anche lavorando ad altri articoli, diversi dall’articolo 2. Sugli emendamenti all’articolo 2 deciderà il presidente Grasso“, ha precisato Boschi, intervenuta a Otto e Mezzo su La7. E come ha chiarito il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti, il governo pensa a restituire “alcune funzioni proprie al Senato”. Sarebbe così soddisfatto anche il leghista Roberto Calderoli, principale artefice degli oltre 510mila emendamenti al disegno di legge, il quale ha annunciato di essere disposto a ritirarli “se si rivedono le funzioni del Senato”.

Il sottosegretario Pizzetti si è spinto oltre e ha aggiunto che “ha il nulla osta il fatto che i cittadini partecipino direttamente all’individuazione dei consiglieri regionali e dei senatori”. “Ma noi non intendiamo – ha precisato – intaccare l’articolo 2”. Discorso analogo a quello della relatrice Finocchiaro secondo cui il testo già prevedeva “un Senato fatto da consiglieri regionali con il decisivo contributo degli elettori nella selezione dei consiglieri durante le elezioni”.
Quindi il governo è disposto ad aprire a modifiche del provvedimento, specialmente per quanto riguarda le funzioni del Senato – definite da Renzi un “grosso problema”, in confronto al quale, quello della “composizione è un piccolo problema” -. Modifiche da introdurre però senza violare l’articolo 2, il cui testo è stato approvato quasi identico da Camera e Senato, eccezion fatta per una preposizione (“nei”, “dai”). “No al muro contro muro” dice Renzi ai senatori dem. E lancia l’ultimo appello ai suoi: “Prendiamoci questi ultimi giorni per ascoltarci”.