Roma, 4 set. (LaPresse) – Pace fatta, se mai ce ne fosse stato bisogno, tra il sindaco di Roma Ignazio Marino e il prefetto Franco Gabrielli. I due si incontrano in Campidoglio per la prima volta da quando il governo ha attribuito al prefetto le funzioni di coordinamento per il Giubileo ed è tutto un parlare di “massima collaborazione e sintonia”. Il rimbrotto comune va, se mai, al ministro Alfano “che – sottolinea il sindaco – il 27 agosto ha mostrato una fotografia di Roma ormai datata”. Il ministro non incassa senza replicare: “E’ vero, la mia foto è del 2014, ma Marino è stato eletto nel 2013”.
Sulla stessa linea, ma più diplomatico, il prefetto, secondo il quale “le indicazioni del Signor Ministro su Roma fanno riferimento alla fotografia di eventi o meglio di condizioni proprie di un tempo che non è più quello attuale”. A sentire Gabrielli, tra lui e il primo cittadino non c’è mai stato un dissapore, neanche quando nel pieno delle tanto discusse, e lunghe 18 giorni, vacanze oltreoceano del chirurgo dem il prefetto aveva sottolineato che del caso dei funerali del boss Casamonica parlava con il sindaco “tra un’immersione e l’altra” nel Mar dei Caraibi.
“Questa città ha perso il senso dell’ironia”, smorza il prefetto, per chiudere una vicenda che non non deve aver particolarmente divertito Marino. Il sindaco, però, vuole riprendere a lavorare senza più pensare ai malumori dell’estate quasi conclusa. Nell’incontro, ricorda al suo nuovo collaboratore/controllore tutto quanto fatto dall’amministrazione capitolina in chiave anti-corruzione. “Abbiamo iniziato le rotazioni dei dirigenti amministrativi a metà agosto – riferisce Marino durante la riunione, supportato dall’assessore alla Legalità Alfonso Sabella – e siamo già al 30% delle posizioni, 77 su 224”.
Il primo cittadino spiega al prefetto che sul fronte corruzione la Roma di oggi non ha niente a che vedere con quella di un anno fa e ancora meno con quella dell’era Alemanno. “Le nuove norme del Comune impediscono contratti anomali – prosegue il sindaco – e ci permettono di arrivare alla risoluzione immediata dei contratti sospetti”.
Con l’aiuto del assessore-magistrato Sabella, il primo cittadino, dati alla mano, enuncia tutte le novità degli ultimi mesi nei settori amministrativi più colpiti dall’inchiesta ‘Mafia Capitale’. A fine ‘lezione’, Gabrielli si mostra fiducioso: “Al termine di questa attività di controlli – dice il prefetto durante la breve conferenza stampa successiva alla riunione -, daremo una sorta di bollino di qualità a questa amministrazione e credo che questo sarà anche un valore aggiunto per una città chiamata ad affrontare impegni planetari”.
Come quello del Giubileo, di cui, poche ore dopo, si tiene la cabina di regia. Alla fine, Marino e Gabrielli sono gli unici a filare via in tutta fretta senza rivolgere una sola parola alla stampa, mentre tutti gli altri protagonisti si fermano a dichiarare a turno la loro soddisfazione e a sciorinare il contributo delle loro Istituzioni.
Si fermano, sorridenti e loquaci, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il responsabile per il Vaticano del Giubileo, monsignor Rino Fisichella.
Tutti, almeno in apparenza, sereni e fiduciosi: “Confido che per l’8 dicembre – dice il presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione -, Roma e l’Italia saranno pronti a questo grande appuntamento mondiale”. Prossima verifica, fra un mese circa, in ottobre. Nel frattempo, la via Francigena arriverà fino a San Pietro: per i pellegrini, il regalo d’un percorso d’altri tempi.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata