Roma, 3 set. (LaPresse) – Roma scende in piazza Don Bosco, per riprendersi il luogo dove due settimane fa è stato celebrato il funerale show del boss Vittorio Casamonica. Alla chiamata del Pd per AntiMafia Capitale, nel quartiere tuscolano, periferia est della capitale, rispondono in tanti, a cominciare da Sel, presente con una delegazione di consiglieri e parlamentari.
Ignazio Marino, nella speranza di evitare ulteriori polemiche dopo i tanto discussi 18 giorni di ferie oltreoceano, arriva alle 19 con una dichiarazione telegrafica per i giornalisti: “Così come abbiamo cacciato i fascisti e i nazisti dalla città cacceremo anche la mafia”. Intanto una decina di persone gli grida dietro “buffone” e circa il doppio lo incita con applausi urlando: “Grande sindaco”. Ad accompagnare Marino quasi tutti gli assessori, arrivati con una certa fretta, dopo la riunione di giunta convocata nel pomeriggio in Campidoglio.
Il primo dei politici ad arrivare in piazza è il promotore della serata, Matteo Orfini: “Sicuramente c’è stato sul fronte legalità un ritardo della politica e delle istituzioni – sottolinea il presidente del Pd e commissario del partito a Roma – e se la criminalità è arrivata nella capitale c’è una responsabilità delle classi dirigenti”
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“Credo che sia importante vincere la battaglia contro il malaffare non solo con il contrasto – prosegue Orfini parlando con i giornalisti – ma anche svegliando la città dal torpore che l’ha segnata. Perché per molto tempo anche dopo lo scoppio di Mafia Capitale a Roma si è sentito dire che la mafia non c’era”. A presentare la manifestazione c’è l’attore Francesco Siciliano e sul palco, come chiesto dai promotori, non salgono politici, ma solo rappresentanti di associazioni e società civile. Intervengono nell’ordine il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, quello della Consulta degli studenti medi di Roma Giuseppe Spataro, la presidente delle Acli romane Lidia Borzì, il segretario della Cgil di Roma e Lazio Claudio Di Berardino e il vicepresidente di Unindustria Attilio Tranquilli. Chiude il comizio la giornalista Federica Angeli, che di criminalità romana scrive sul quotidiano ‘Repubblica’ e per questo vive sotto scorta. È lei la più applaudita dalla piazza.
“Affermiamo qui il valore di legalità e trasparenza”, dice il presidente Anci e primo cittadino a Torino, Piero Fassino, che nei giorni passati aveva invitato i sindaci di tutta Italia a partecipare all’iniziativa con la fascia tricolore sul petto. Lui non la indossa e di sindaci italiani non se ne vedono molti, in compenso si presentano quasi tutti i presidenti dei municipi romani, con la fascia giallorossa in bella vista. C’è anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando e la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi che ammette: “La criminalità ha coinvolto pezzi importanti dell’amministrazione di Roma” e aggiunge che “la mafia si combatte anche superando i tanti problemi di questa città come la disoccupazione, l’emergenza casa, il degrado e la perdita di riferimenti culturali”. Bindi non nasconde un po’ di scetticismo sul primo cittadino di Roma: “Marino da solo non ce la fa – sottolinea – tanto è vero che è stata nominata una commissione che lo affiancherà e mi pare una soluzione saggia da parte del Governo”. “Non è stato commissariato – conclude Bindi – ma non è stato neanche assolto”.
C’è chi fa notare che la ‘risposta di popolo’ promossa, e promessa, dal Pd con l’iniziativa AntiMafia Capitale arriva con un certo ritardo, come in ritardo ci si è accorti del tanto discusso funerale del 20 agosto. C’è’ anche chi sottolinea che nonostante le adesioni dei sindacati confederali e delle tante associazioni di imprenditori, culturali e religiose, non sia sia riusciti ad arrivare a mille partecipanti. Ma tant’è: la manifestazione c’è stata, le adesioni pure e i residenti, ancora una volta sotto i riflettori, hanno apprezzato, non senza qualche ironia, che il prato davanti alla parrocchia Don Bosco sia stato ripulito e falciato dagli operatori del servizio giardini dopo mesi di abbandono.
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