Milano, 27 ago. (LaPresse) – “Non bisogna ispirarci al passato, ma neanche sputarci sopra. Alcune cose potrebbero essere riscoperte. Ci vuole una via di mezzo”. Massimo D’Alema replica con queste parole a Paolo Gentiloni, che alla festa nazionale del Pd ha appena invitato a cercare risposte nel presente e nel futuro e non nel passato.
L’ex premier incalza, applaudito. “Croce – ricorda – ci ha insegnato a separare ciò che è vivo da ciò che è morto”. E, ancora: “Non ho l’impressione che il Pd cerchi di esercitare in un Europa un ruolo di leadership“. Una delle dimostrazioni, esemplifica, si è avuta “al congresso dei socialisti europei. Erano previsti 50 delegati italiani, non sono stati scelti. Sono arrivati due funzionari da Roma, hanno chiesto e compilato 50 schede e hanno affossato il candidato più interessante”. Ce n’è anche per Matteo Renzi, che – però- non viene mai citato esplicitamente. “Dal 41 per cento i sondaggi ora ci danno al 30. Ci siamo persi per strada due milioni di voti”.
Il socialismo europeo, va al punto, è di fronte a un bivio. “Si dovrà scegliere tra due strade. O l’alleanza con le forze conservatrici, che in Italia c’è già con Alfano, Cicchitto e Casini, contro il populismo e per la difesa dello status quo. Oppure la ricostruzione di una prospettiva di sinistra”. La prima strada, D’Alema non ha dubbi, sarebbe “un abbraccio mortale”. E quali scenari si possono aprire con le due opzioni possibili, lo dicono la Grecia e la Spagna. Ad Atene “i socialisti si sono alleati ai conservatori e sono scesi al 43 al 5 per cento”. I socialisti spagnoli, invece, si sono sottratti a un accordo simile e hanno accettato di appoggiare due candidate sindaco di Podemos.