Roma, 26 ago. (LaPresse) – “Se ci sono persone e programmi che mettono d’accordo tutti, finirà lì. Non c’è bisogno di richiamare i cittadini a votare”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, intervistato dal ‘Corriere della sera’. Bisogna distinguere, ha spiegato, tra le amministrative e le politiche: “Per le città, se esiste una condivisione di nomi e di cose da fare, non è sempre necessario disturbare i cittadini, che hanno di meglio da fare”. A livello nazionale, invece, “le primarie sono opportune a prescindere: occorre la massima chiarezza sia sui programmi che sul candidato”. E sul dialogo con Berlusconi: “Non deve ascoltare me. Spero solo che non ascolti i pessimi consiglieri che potrebbero spingerlo a rinciuciare con Renzi. Aggiungo che ho una grande nostalgia di Berlusconi per quanto riguarda la politica estera. Non abbiamo mai vissuto periodi di disastro e irrilevanza come quelli di oggi. Con lui, i marò sarebbero già a casa”.

Sulle parole di Renzi al meeeting di Rimini, Salvini ha osservato che “ci ha messo un anno e mezzo per arrivare a quel che aveva fatto il centrodestra al governo: abbassare le tasse sulla casa. Il brutto è che va sempre così: noi facciamo una cosa e siamo i cattivi. Poi, loro sono costretti a fare lo stesso”. Nessuno stupore sugli applausi al premier da una platea tradizionalmente di centrodestra: “Un certo tipo di ambiente è sempre filo governativo. È il tempio delle parole, e del governo. Non mi stupirei se domani fossimo noi gli ospiti acclamati”. Sulle elezioni a Milano: “Conto che entro l’autunno si parta con un candidato che vince. Io ho uno o due nomi che proporrò, e che penso possano essere graditi a tutti. Se c’è l’accordo, buona così. A me però interessa anche la squadra”.

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