Da Padoan e Poletti, al Meeting di Cl a Rimini l’agenda verso la finanziaria

di Jan Pellissier e Laura Carcano

Rimini, 26 ago. (LaPresse) – “Questo governo non dice che non fa una cosa perché il sindacato o Confindustria non vuole che si faccia, nè che fa una cosa in cui non crede”. Cosa facciamo? “Per ottenere una crescita diversa dal passato “bisogna migliorare il mercato del lavoro, la P.a., la giustizia civile e la scuola, che è la riforma chiave perché crea il capitale umano. E intervenire sulla finanza pubblica, che è una delle più virtuose, che è minata dall’ammontare del debito”. A dirlo oggi sono stati rispettivamente il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervenuti entrambi, quasi in uno slalom parallelo, al Meeting di Rimini, nella giornata conclusiva della kermesse ciellina e a 24 ore di distanza dal passaggio del premier Renzi.

Proprio ieri il presidente del Consiglio ha ribadito che Imu e Tasi andranno via dal 2016, tema scientificamente ignorato dal ministro dell’Economia, che si è sottratto alle sollecitazioni dei giornalisti sull’argomento del giorno. Il premier ieri ha messo in evidenza le cose buone fatte dal governo che saranno comunicate in un prossimo tour nei teatri, tour la cui tappa marchigiana di ieri a Pesaro è stata definita dal presidente del Consiglio e segretario del Pd “il numero zero” dell’iniziativa di rilancio dell’azione dell’esecutivo.

Oggi Padoan ha messo l’accento sulle riforme viste nella logica della crescita: “In Cina c’è un’instabilità legata a una bolla” ma “la vera preoccupazione è se la Cina smetterà o no di crescere come in passato. E’ un’economia che si sta trasformando, diventando matura. Non ci dovremmo spaventare se la Cina crescerà meno, ma se crescerà ancora meno del previsto”. Il titolare del dicastero di via xx Settembre insiste sulla crescita: “E’ la cosa più difficile da comprendere e sostenere per un Governo, soprattutto in Europa e in Italia. Se guardiamo ai numeri recenti, non siamo soddisfatti degli ‘zero virgola’”. Per Padoan “abbattere le tasse va bene, ma deve essere una decisione permanente e credibile. Perché si devono convincere i beneficiari, e questo spiega perché il taglio delle tasse deve venire da un taglio della spesa”.

Il Jobs act è uno dei fiori all’occhiello delle riforme dell’esecutivo targato Renzi. “Il tema degli sgravi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato – dice Poletti – è un tema che si è posto. Abbiamo detto e ribadiamo che strutturalmente il costo del lavoro stabile deve essere più basso delle altre tipologie contrattuali”. E proprio per quanto riguarda la riforma del lavoro, contrariamente a quanto stamattina aveva annunciato il ministro Poletti durante la sua visita al Meeting di Rimini, domani non andranno nel Consiglio dei ministri gli ultimi decreti attuativi della delega al governo sul lavoro. “Nessun problema politico – si è affrettato a chiarire lo stesso Poletti a margine del meeting, dove gli è stata comunicata al telefono la notizia, proprio mentre interveniva a un incontro su formazione e fkexisecurity -, gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs act non andranno domani in Cdm perché in pre Consiglio è emerso che c’erano troppi punti all’ordine del giorno. Andranno quindi in quello della prossima settimana. Non c’è fretta perché la scadenza è il 15 settembre”. “Ho già sentito il premier Renzi – ha rassicurato Poletti -, non ci sono problemi”.

Crescita, riforme per darle gambe, riduzione delle tasse, ma fatta in “modo credibile e con tagli di spesa”, ha sottolineato Padoan, e riforma del mercato del lavoro rivendicata da Poletti come uno dei risultati portati a casa dal governo Renzi. Sono i temi politici declinati oggi dai due principali ministri economici, entrati in modo più puntuale di quanto fatto ieri da Renzi nel vivo dell’agenda di governo di questo autunno, proprio nella giornata finale del meeting di Cl, che il prossimo anno avrà come tema ‘Tu sei un bene per me’, dal 22 al 28 agosto.