Milano, 24 ago. (LaPresse) – Il sindaco di Bresso, Ugo Vecchiarelli del Pd,è preoccupato e non lo nasconde. La manifestazione estemporanea organizzata in mattinata dai profughi del campo della Croce rossa italiana, contenuti a fatica da poliziotti e carabinieri in assetto da ordine pubblico, ha riportato l’attenzione su criticità e situazioni che rischiano di diventare insostenibili. “Non possiamo affrontare un altro inverno in queste condizioni. Un conto è gestire l’emergenza, un conto è andare oltre, con la capacità di smistare e collocare queste persone”. L’esasperazione dei rifugiati è montata perché, dicono gli stessi migranti e il sindaco riferisce, “si sono allungati ancora i tempi di rilascio dei permessi provvisori“, in quanto “il numero degli arrivi in Italia e delle presenze è aumentato e così la quantità di pratiche da gestire”.
Nella struttura al confine con Milano, ricorda Vecchiarelli, inizialmente i tendoni destinati a ospitare i rifugiati erano 24, poi sono diventati 40 e infine 50. “La Prefettura avrebbe voluto un ulteriore ampliamento, mi sono opposto. Più di 300 ospiti, quanti ce ne sono in questo periodo, non è possibile tenere”. E già così segnalo condizioni di vita non ottimali. Piove nelle tende. Si sta stretti. E anche sulla fornitura di cibo ci sono lamentele.
“Forse – dice un operatore – nelle loro condizioni ci lamenteremmo pure noi. E ci sentiremmo mortificati e umiliati da giudizi e commenti: avere da mangiare e da bere e un letto non significa che tutto debba essere accettato in silenzio, senza poter dire quello che non funziona”.
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