Di Laura Carcano

Rimini, 21 ago. (LaPresse) – “Il senso del limite umano e il fascino delle frontiere”. Così monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha interpretato il titolo del Meeting di Rimini tratto da Mario Luzi ‘Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?‘ intervenendo oggi con una relazione dal taglio antropologico. Proponendo al suo uditorio alla Fiera di Rimini una “antropologia del limite“, ma lasciando anche a bocca asciutta la stampa, che lo ha rincorso e assediato durante il suo tour delle mostre fra gli stand, che sperava in qualche sua dichiarazione forte, sul solco dei suoi recenti attacchi alla politica, come quella della Lega di Salvini sugli immigrati. Anche se alla classe politica è arrivata comunque, nella filigrana del ragionamento filosofico- antropologico, qualche bacchettata da Galantino: “La ricerca dell’utile e di fini immediati – ha detto – prevale nelle scelte, sia individuali che in quelle pubbliche, rispetto a progetti a più lunga scadenza”. Il leghista Salvini non ha perso occasione, tirando in ballo il caso dei funerali di Vittorio Casamonica, per fare un affondo: “Per qualche vescovo il nemico è la Lega. Meglio 8 per 1000 di un boss?“, ha scritto su Twitter.

Il segretario generale della Cei – polemiche a parte- ha incassato un lungo applauso dalla platea del meeting e non ha lasciato immune da avvertimenti l’organizzazione ecclesiastica. “Anche la Chiesa è sollecitata – ha detto Galantino – da un’antropologia del limite, a rinnovarsi nelle sue strutture, nelle dinamiche decisionali e nelle prassi concrete delle comunità. Le comunità ecclesiali e le associazioni già sono, per il nostro tempo, un mirabile segno della presenza di Dio e della carità che da lui promana. Queste giornate di incontro e riflessione ne sono un esempio. Tuttavia, ancora tanto dobbiamo fare nella via della testimonianza; tanto ancora dobbiamo crescere nel dar vita a dinamiche autenticamente evangeliche e libere, che manifestino in modo sempre più trasparente la carità da cui siamo stati raggiunti. Una Chiesa che fa del limite una risorsa assume lo stile missionario tanto invocato da Papa Francesco, divenendo sempre meno dispensatrice di servizi e sempre più “ospedale da campo, chinata sugli ultimi”.

“E’ stato sapientemente affermato che “sviluppo e perfezione non sono sinonimi”, ha aggiunto il segretario generale dei vescovi. Per Galantino “questo non significa che ci si debba accontentare, a livello individuale e nella società, di ciò che è mediocre. Non significa neppure che ci si debba appiattire su una moralità che non tende alla perfezione, ma si adagia su un minimo o su una comoda via di mezzo. La non equivalenza di sviluppo e perfezione implica qualcosa di molto più profondo. Essa ha come conseguenza che chi sperimenta qualche forma di difficoltà venga integrato e non scartato; che quanti sono ai margini dello sviluppo siano coinvolti e le loro potenzialità messe a frutto. Una società che fa del limite una risorsa non considera i gruppi e gli Stati per quanto sanno produrre o per le risorse finanziarie di cui dispongono, e tenta anzitutto e con i mezzi di cui realisticamente dispone di risollevare i poveri, per non creare un mondo a due velocità”. “Lo fa – sottolinea Galantino – con l’attenzione a tutti i poveri, a quelli che non hanno il lavoro o lo hanno perso, a quelli che provengono da zone più povere ed economicamente arretrate, a quelli che non sono in grado di difendersi perché attendono di nascere e godere della vita”.

Il tema dei poveri e di quanti si trovano in difficoltà e ai margini dello sviluppo è risuonato anche nelle parole di Rula Ghani, first lady della Repubblica islamica dell’Afghanistan, alla fiera di Rimini, dove, dopo avere incontrato Agnese Renzi, moglie del premier Matteo Renzi, è intervenuta davanti al pubblico per illustrare il suo impegno nel suo Paese: “Non voglio sembrare presuntuosa – ha detto la first lady, nata in Libano da una famiglia cristiana e sposatasi con rito musulmano, in un accorato intervento svolto indossando sul capo un foulard che a un certo punto le è quasi scivolato giù dai capelli – da proporre soluzioni, ma voi popolo europeo dovreste dibattere gli aspetti più umani del problema” della immigrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati “individuando i modi per trattare in modo umano queste persone, in modo che non si sentano cosi ‘ disperate da perdere la speranza. Sono persone che hanno vissuto situazioni difficilissime e hanno anima e speranza“.

Un richiamo al ‘Sud del mondo‘ arriva al meeting anche dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina che parlando di “risorse, alimentazione e sviluppo sostenibile” ha sottolineato che Paesi come il Brasile e come quelli africani “stanno investendo sulla agricoltura e non chiedono” all’Occidente e all’Italia “assistenza ma

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