Roma, 19 ago. (LaPresse) – “In questa estate dominata dal pensiero unico dell’invasione e dalla conseguente industria della paura, le parole del segratrario della Cei Mons. Galantino sono state un richiamo forte, anche duro e poco diplomatico, ma sincero e trasparente”. Così Lorenzo Dellai, presidente di Democrazia solidale e del gruppo parlamentare ‘Per l’Italia – Centro Democratico‘ alla Camera. “La Chiesa parla a tutta la comunità, senza distinzioni – aggiunge Dellai – C’è, appunto, chi risponde con insulti sguaiati e offesivi. Lasciamo tutto ciò alla Lega e ai suoi alleati del centro destra, ormai palesemente lontani da quella destra europea che ha saputo porre barriere invalicabili verso il populismo e la xenofobia. Dal centro sinistra ci si attende invece ben altro che qualche stizzita reazione. Ci si attende piuttosto la capacità di assumere la sfida insita nelle parole del vescovo e di dimostrare che – accanto alle doverose riforme – ci si impegna anche alla ‘riconversione‘ della politica, al recupero della sua idealità, alla ricostruzione del suo profilo etico e del suo rapporto con i cittadini e i corpi intermedi.
“La cattiva politica – continua Dellai – ha reagito con insulti e tentate delegittimazioni, per isolare chi parla chiaro e propone ai cittadini – giustamente spaesati – un altro modo di ragionare e di vivere questa fase di grande mutazione storica. I vescovi, in sintonia piena con Papa Francesco, fanno il loro dovere di pastori. Non è loro compito entrare nel campo delle soluzioni politiche e amministrative, se non per marcare ritardi, insufficienze, incoerenze rispetto ai valori del Vangelo”. “Noi di Democrazia solidale non siamo interessati a rimescolamenti tattici dei gruppi parlamentari della maggioranza non Pd – conclude – Siamo interessati invece – anche sulla base degli stimoli della Lectio Degasperiana di mons Galantino offerta ieri a Pieve Tesino – a portare il nostro contributo ad un cantiere democratico e Popolare che cerchi di dare anima e calore alle Riforme e attualità a quella idea della politica come ‘forma esigente di vivere la carità’ della quale per fortuna i Vescovi continuano a parlare”.
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