Di Donatella Di Nitto

Roma, 17 ago. (LaPresse) – Il proclama di Matteo Salvini sui tre giorni di sciopero spacca il centrodestra e compatta il Pd a difesa del governo, mentre si accende la polemica a suon di botta e risposta tra politica e chiesa. Il 6, il 7 e l’8 novembre, ha tuonato Salvini la sera di Ferragosto dal Ponte di Legno “tre giorni di spallata, di blocco totale durante i quali fermiamo l’Italia per mandare a casa questo governo e farlo ripartire”. Una iniziativa però che non raccoglie il sì unanime soprattutto negli alleati di Forza Italia.

Giovanni Toti, governatore della Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi prende le distanze e fredda Salvini “lo sciopero al momento è un’iniziativa della Lega non di Forza Italia”. “L’Italia va sbloccata più che bloccata – afferma Toti – non so se lo sciopero è lo strumento giusto”. Dello stesso avviso il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, incita Salvini a percorre la strada del “cantiere delle idee e dei programmi”, mentre Il Mattinale, la nota politica del gruppo a Montecitorio, prende le distanze dall’iniziativa sottolineando “la proposta di Matteo Salvini, lanciata unilateralmente, è un’idea impossibile. Non si blocca quello che è già fermo per conto suo. Tre giorni di sciopero generalissimo, di serrata dei consumi sarebbe senz’altro un’idea spettacolare in India e in Cina, ma da noi dove sarebbe la novità?”.

Non usa mezzi termini invece Paolo Romani, capogruppo di Fi in Senato che dalle pagine de ‘Il Fatto’ etichetta la posizione di Salvini come “populista buona per conquistare facili consensi ma non a dare risposte politiche. Salvini si fa interprete di un malcontento reale nella società italiana e dà voce alla pancia del Paese. Il problema, però, è che la sua risposta è sbagliata”.

All’interno di Forza Italia però le giovane leve dell’Esercito di Silvio appoggiano l’iniziativa di Salvini e nelle parole di Simone Furlan annunciano “a novembre l’Esercito di Silvio è pronto a scendere in piazza al fianco di Salvini e di tutti coloro che vorranno bloccare l’Italia per mandare a casa un governo inetto e ridare la parola agli elettori. L’Italia si salva col coraggio”. Duro lo stesso Raffaele Fitto, guida dei Conservatori e riformisti, che bacchetta Salvini: “Continuo a pensare che il centrodestra debba sfidare Renzi, e non dargli l’alibi di poter criticare un’opposizione solo protestataria”. Secondo l’europarlamentare infatti “non serve che Salvini lo blocchi: Renzi si è già bloccato da solo”. La collega fittiana Cinzia Bonfrisco avverte: “Non dividiamoci, Salvini sbaglia a fare il gioco di chi vuole condannare il centrodestra ad ululare alla luna”.

Fanno quadrato invece gli esponenti del Partito democratico intorno al governo, con Emanule Fiano che risponde agli attacchi dalla roccaforte della Lega Nord: “Noi lavoriamo per far crescere il Paese e Salvini e la Lega per affossarlo. E’ la rappresentazione nitida della realtà. Non contenti di aver lasciato l’Italia in ginocchio, ora giocano ai sabotatori”. L’altro fedelissimo dell’esecutivo di Renzi, Andrea Marcucci, ricorda “Matteo Salvini vuole fermare l’Italia, si dimentica di averlo già fatto quando Lega era al governo. Renzi ed il Pd hanno obbligo di andare avanti”. “Nel giorno in cui a Catania arriverà la nave con a bordo le 49 vittime della strage nel canale di Sicilia di Ferragosto bisognerebbe usare solo parole di rispetto e di cordoglio – sottolinea Gea Schirò, deputata Dem – invece anche oggi dalla Lega e da Forza Italia arrivano affermazioni che offendono la memoria dei morti in mare”.

Nella polemica politica oggi parla anche il numero uno della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, che ribadisce come la tragedia delle morti in mare di disperati che si danno alla fuga “non fa onore alla nostra civiltà, in modo particolare a quella occidentale” e attacca gli organismi internazionali “come l`Onu, in modo particolare, che raccoglie il potere politico, ma sicuramente anche il potere finanziario, non ha mai affrontato in modo serio e deciso questa tragedia umana”. “È una vergogna – ammonisce Bagnasco – certamente, per tutta la coscienza del mondo, ma può essere e deve essere anche una sfida da affrontare con serietà sicurezza e nel segno della collaborazione”.

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